Il mondo dell’associazionismo ambientalista si mobilita per il patrimonio forestale dell’altopiano silano, dal valore incommensurabile. Ricorderete forse che proprio sull’altopiano silano un gruppo di scienziati aveva registrato l’aria più pulita d’Europa, certamente orgoglio da ricondurre a loro: gli alberi. E proprio la Sila ospita le più vecchie pinete di laricio d’Italia.
Da calabrese non poteva non toccarmi l’appello lanciato dalle associazioni Altura, ItaliaNostra, LIPU, WWF, Man, Enpa, CNP e Wilderness-Salerno per salvare i boschi della Sila. Una lettera aperta indirizzata al presidente dell’Ente Parco della Sila, alla direzione della Protezione della Natura, Ministero dell’Ambiente ed alla Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici della Calabria, che invita le autorità e gli enti competenti
ad impegnarsi ad ogni livello, affiancando anche le Istituzioni preposte alla tutela, in attività ed iniziative finalizzate a difendere l’immenso patrimonio forestale della Calabria, ed in particolare della Sila, tra le più antiche foreste dell’Appennino meridionale, uno scrigno prezioso per la biodiversità.
Lo scorso 29 gennaio la sorte della Sila è stata discussa a Cosenza nell’ambito di un convegno promosso dall’Ente Parco della Sila e dal CAI dal titolo emblematico Le foreste silane: quale futuro?
Che il problema delle prospettive future dell’altopiano sia stato sollevato, aprendo il dibattito in un incontro dedicato, è stata una mossa apprezzata dalle associazioni che esprimono soddisfazione in particolar modo per i riferimenti menzionati nell’invito
pertinenti alla inestimabile ricchezza dell’altopiano calabrese, la più grande foresta del Mediterraneo, con qualità ambientale d’eccellenza, da qui l’esigenza di porre all’attenzione la salvaguardia attenta e rigorosa dei boschi della Sila.
Occorre promuovere un’azione globale per la conservazione delle foreste, prosegue l’accorato appello che chiama in causa uno sforzo collettivo che veda partecipi le comunità internazionali, le istituzioni, ma anche i cittadini che amano i boschi della Sila e che vogliono lavorare insieme per gestire in modo sostenibile il patrimonio forestale della Regione, preservandolo per le generazioni attuali e future.
Il pericolo oggi per le foreste calabresi deriva principalmente dai numerosi tagli boschivi che intaccano anche esemplari arborei secolari. Condivisibili le perplessità delle associazioni a riguardo:
Come mai la Direzione dell’ Ente Parco della Sila non interviene nelle procedure amministrative relative al rilascio delle autorizzazioni dei tagli di alto fusto, avendo a disposizione per la zona 2, lo strumento previsto dall’art. 5, comma 1, lettera e), delle Misura di Tutela approvate per il medesimo con il DPR 14 novembre 2002, di Istituzione del Parco Nazionale della Sila e dell’Ente Parco, in particolare quando vengono effettuati tagli di utilizzazione che sono diversi dai tagli silvo-colturali, ovvero il classico taglio che viene effettuato in Sila, all’interno di boschi maturi, e che oltre ad interessare le piante tagliate per specifiche attività silvo colturali (piante filate, sottomesse, ovvero piante che non devono formare il futuro soprassuolo), interessano anche quelle giunte a maturazione; in tal modo, l’Ente Parco, con precise prescrizioni al riguardo, potrebbe limitare notevolmente, in qualsiasi momento ed in qualsiasi area, l’eccessivo taglio di esemplari arborei secolari.
Per la zona 1, a riserva integrale, vige
il divieto assoluto di taglio, come previsto dalla legge quadro 394/91 e dall’art. 9 della Costituzione Italiana, che prevede la tutela del patrimonio storico artistico e del paesaggio della nazione.
Eventuali tagli forestali provocherebbero infatti gravissimi danni al paesaggio ed alla biodiversità.
I tagli avvengono anche in territori che godono della tutela comunitaria ai sensi delle Direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE e nonostante siano vigenti le norme di tutela dell’area protetta, ciò non esime dalla redazione della eventuale Valutazione di Incidenza ai sensi del DPR 357/97 e smi.
Salviamo i boschi della Sila dai tagli nelle aree protette, concludono, sintetizzando in una frase le loro richieste, le associazioni, che invitano Sonia Ferrari, Presidente dell’Ente Parco, ad organizzare un incontro per affrontare il problema. Ecologiae si unisce a questo appello e coglie l’occasione per condividere con voi lettori scatti rubati la scorsa estate alla bellezza mozzafiato di questi boschi.
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