Il segretario dell’US Energy, Steven Chu, ha appena erogato alla Ford Motor Co. 5,9 miliardi di dollari in prestiti per aiutare l’azienda automobilistica a sviluppare e produrre una nuova generazione di carburante per veicoli efficienti.
L’innovazione della macchina americana è la più grande del mondo. Oggi, stiamo cominciando ad accendere il motore.
Il segretario Chu ha anche annunciato un prestito da 1,6 miliardi di dollari alla giapponese Nissan Motor Co. per la produzione di veicoli elettrici e batterie nel Tennessee e 465 milioni di prestito alla californiana Tesla Motors per produrre una versione meno costosa del suo veicolo elettrico, così come già accaduto per la Daimler AG. Ma il progetto più ambizioso è quello di diventare i “leader dell’economia del carburante”, come spiega l’amministratore delegato della Ford Alan Mulally.
Ford investirà il denaro per modernizzare le proprie fabbriche in giro per gli Stati Uniti. Un esempio di come i finanziamenti pubblici possano essere utilizzati egregiamente per rilanciare l’economia ed al tempo stesso aumentare l’occupazione. Una mentalità che in Italia è ancora lontana dalla maturazione.
Il prestito federale a Ford avrà un tasso notevolmente più basso di quello che potrebbe ottenere sul mercato. Il segretario Chu ha anticipato che avrà colloqui anche con il gruppo Chrysler LLC (che collabora con l’italiana Fiat), a seguito della sua “rinascita” dopo il fallimento, e si aspetta che arrivi una richiesta di prestito a breve anche da Detroit. Ci saranno fondi anche per la General Motors Corp., ma per accedere ai prestiti prima deve emergere dal fallimento, e visto che la situazione è ancora in fase di stallo, bisognerà attendere ancora molto tempo.
Ma bisogna fare in fretta perché i finanziamenti a pioggia per ora ci sono, dato che, come spiega sorprendentemente lo stesso Chu “I soldi ci sono“, ed è vietato perdere questo treno. Il Governo federale ha stanziato un totale di 25 miliardi di dollari per l’intero programma di aiuto per le azeinde automobilistiche e per soddisfare i severi standard ecologici. Un occasione per l’economia e l’ambiente da non perdere.
Fonte: [detnews]