L’inquinamento atmosferico, i rifiuti, i siti contaminati e il clima tra i maggiori responsabili di malattie, e di decessi, nella popolazione. A rivelarlo è un’indagine compiuta in occasione del convegno Ambiente e salute, svoltosi all’Istituto superiore di Sanità (ISS) questa settimana, nell’ambito del Programma strategico 2008-2010 promosso dal Ministero della Salute.
I cambiamenti climatici e il meteo incidono sul rischio ictus, la circolazione e il cuore sono messi a rischio dallo smog e dall’inquinamento cittadino, l’impatto sulla mortalità è alto nelle aree circostanti siti contaminati. Questi in sintesi gli interventi dei relatori.
Nel convegno dell’Istituto superiore di sanità si è parlato del rapporto tra clima e salute e si è dimostrato, attraverso l’utilizzo della biometeorologia innovativa, che le condizioni meteorologiche influiscono sugli stroke, ossia sugli accidenti cerebrovascolari causati dalla irregolare fornitura di sangue al cervello. Uno studio pilota condotto nella città di Firenze, ha potuto dimostrare che la diminuzione del rischio di morte per gli anziani è in relazione all’incremento della temperatura apparente. I disturbi cardiovascolari, soprattutto nei soggetti anziani, sono stati messi in relazione con l’inquinamento atmosferico, come è stato spiegato dall’ISS
Si è osservato un aumento dei ricoveri per patologie ischemiche del miocardio e scompenso cardiaco nello stesso giorno e fino ai due giorni successivi in relazione all’aumento del particolato respirabile e fine. In particolare, le polveri ultrafini sono risultate responsabili di un aumento immediato delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Non migliore la situazione per chi vive nelle vicinanze di siti contaminati.
Nella relazione dedicata sono stati presentati i risultati del Progetto Sentieri (Studio epidemiologico nazionale territori e insediamenti esposti a rischio da inquinamento), che ha analizzato 44 dei 57 siti di interesse nazionale contaminati, in attesa di bonifica, individuati dal ministero dell’Ambiente. Sono stati individuati circa 400.000 decessi su una popolazione complessiva di circa 5.500.000 abitanti, causati dalla vicinanza con tali aree contaminate, le percentuali variano tuttavia in base alle caratteristiche di ogni sito specifico. In alcuni casi tuttavia i decessi sono stati associati a fenomeni particolari, in base alle conoscenze scientificiche acquisite
Questo vale per l’aumento della mortalità per mesotelioma pleurico nei siti caratterizzati dalla presenza di amianto o di altre fibre asbestiformi (ad esempio Casale Monferrato, Broni, Biancavilla). In altri casi si osservano incrementi della mortalità per cause per le quali il nesso causale con l’inquinamento ambientale è sospettato ma non accertato. In altri siti ancora, la mortalità osservata è inferiore all’attesa, il che può riflettere la risultante di un quadro di partenza favorevole, di una contaminazione ambientale che non si è tradotta in esposizione della popolazione ad agenti tossici tale da determinare un danno alla salute, di un buon avanzamento delle opere di bonifica e di riconversione industriale, con attività a minore impatto ambientale, o di definitiva dismissione dell’attività industriale stessa.
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[Fonte: Adnkronos]
[Foto: iljournal]
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