Per il momento, la spedizione volta a far rivivere in 3D il Titanic, partita il 21 agosto scorso, ha resuscitato solo un sacchetto di plastica. Proprio così, e in fondo non c’è da stupirsi se l’inquinamento degli oceani ha raggiunto anche il relitto del transatlantico affondato nell’ormai lontano 1912, dopo l’impatto fatale con un iceberg. A riportare la prima scoperta della spedizione è stato il coordinatore David Gallo, che ne ha parlato alla rete americana Msnbc.
Stavo camminando sul ponte quando ho visto galleggiare il sacchetto di plastica. Non ce lo aspettavamo, e questa cosa ha avuto un profondo impatto su tutti noi. Noi parliamo del Titanic come di un grande disastro, ma quello che stiamo facendo agli oceani è un disastro molto più grande.
Il sacchetto ha raggiunto il sito a largo dell’isola di Terranova trasportato dalla corrente del Golfo, dopo essere stato abbandonato da qualche parte sulla costa est degli Usa. Stiamo trasformando gli oceani in una zuppa chimica e se uccidiamo il mare uccidiamo noi stessi.
Fortuna che dire no ai sacchetti di plastica non è affatto un’impresa titanica: firmate la petizione sul sito di Legambiente e, soprattutto, impegnatevi personalmente a fare la spesa con le buste riutilizzabili.
[Fonte: Ansa Ambiente&Energia]
[Foto: msnbc.msn.com]
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