Nei tentacolari insediamenti di Bellavista del Paraiso, una manciata di strade polverose sul lato sud di Lima (Perù), non c’è acqua corrente, nè un pozzo. L’acquisto dell’acqua, per il trasporto, costa nove volte rispetto alle più ricche aree urbane, proprio nei luoghi in cui nessuno può permettersela.
Bellavista ha più di 200 residenti i quali, stanchi di dover fare a meno dell’acqua, hanno avuto un’idea geniale:
Davvero, mi sembrava impossibile catturare la nebbia con rete di plastica, per trasformarla in gocce d’acqua
ha detto Noe Neira Tocto, il sindaco della baraccopoli, mostrando con orgoglio un sistema che funziona con una rete che assomiglia molto ad una da pallavolo, in grado di recuperare l’acqua in questo modo.
Abbiamo cinque pannelli di otto metri per quattro appollaiati sulla cima della montagna. Con loro siamo in grado di raccogliere fino a 60 litri per notte in inverno.
Ogni pannello costa l’equivalente di 800 dollari (poco più di 500 euro). Quando la rete intrappola la nebbia, le gocce d’acqua scendono in un piccolo canale di scolo in alluminio sul bordo del pannello. L’acqua continua a raccogliersi fino a quando non viene inviata, aiutata dalla forza di gravità e dai canali di drenaggio, fino ai serbatoi di stoccaggio di cemento che si trovano a metà strada giù per la collina locale.
I vantaggi sono molteplici. Un po’ d’acqua è incanalata in un orto dove sono coltivati il cibo e le spezie. La maggior parte, però, è conservata nei serbatoi di stoccaggio per i residenti da utilizzare in casa per la cucina e la pulizia. Inoltre, spiega Olga Arce, rappresentante di una ditta che produce pillole per purificare l’acqua, che tale struttura riesce a tenere fuori le zanzare, le quali possono diffondere la febbre dengue.
Il sistema è stato inventato da due biologi tedeschi, Anne Lümmerich e Kai Tiedemann. I due arrivarono a Bellavista nel 2006 e furono sorpresi di quanto la nebbia era fitta. Così hanno incoraggiato i locali a tentare una via per far diventare la nebbia un modo per migliorare la loro vita. Hanno contribuito alla costruzione del sistema e all’installazione, e sono rimasti pochi mesi per insegnare ai locali come farla funzionare, prima di tornare a casa.
Fonte: [The Telegraph]
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