Anche se può sembrare una delocalizzazione dovuta alla globalizzazione, possiamo assicurarvi che non è stato fatto per risparmiare denaro, ma solo energia. Il colosso dei social network Facebook ha raccolto l’appello dei nuovi produttori di data center che puntano sul risparmio energetico, ed ha deciso di spostare la sua “memoria” nella fredda Svezia.
E’ quanto annuncia la stessa azienda di Mark Zuckemberg, che ha spiegato di avere intenzione di portare il proprio data center nella piccola cittadina svedese di Lulea. Qui è stata appena pianificata la costruzione di un enorme data center che gestirà tutto il traffico internet da Europa, Medio Oriente e Africa. Ovviamente un data center “ecologico”. Infatti oggi l’aspetto più “sprecone”, energeticamente parlando, di internet è proprio l’energia che ci vuole per raffreddare i data center, degli enormi macchinari che si surriscaldano facilmente ed hanno bisogno di continua ventilazione. Così l’idea: perché non portarli dove già fa freddo?
L’elettricità per far funzionare il server di Lulea (circa 120 MW, la quantità che serve per 30 mila abitazioni) proverrà da fonti rinnovabili (principalmente idroelettrico), ed essendo situato così vicino al circolo polare artico (circa a 100 chilometri a Sud), per raffreddarlo basterà aprire le finestre. Con temperature invernali ben al di sotto del limite di congelamento e l’estate che raramente sale sopra i 25 gradi, Lulea usa il suo clima freddo come un punto di forza per affermarsi come hub per le server farm, tanto che altre città nordiche, in particolare in Islanda, hanno adottato strategie simili. Lulea è stata scelta anche perché ospita l’Università della Tecnologia che potrà fornire del personale qualificato per la gestione corretta dei server.
Il datacenter di Facebook sarà grande 28.000 metri quadri (all’incirca quanto 11 campi di calcio), sarà completato entro il 2014 e sarà il primo datacenter della compagnia a funzionare principalmente grazie alle energie rinnovabili. Speriamo che farà cambiare idea anche agli altri colossi del settore.
[Fonte: Treehugger]
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