Diossina, torna l’allarme. La notizia della recente chiusura di ben 4700 allevamenti animali in Germania, la maggior parte dei quali localizzati nella Bassa Sassonia, ha scatenato il panico in tutta Europa, Italia inclusa. La contaminazione delle uova, in misura esorbitante visto che si tratta di quantitativi tossici fino a 77 volte superiori al livello consentito, sarebbe dovuta all’impiego nei mangimi di residui di biodiesel, un combustibile tossico se immesso nella catena di produzione alimentare.
E sarebbero tremila le tonnellate di grassi alimentari contenenti diossina, giunte agli allevatori, tramite 25 diversi fornitori. Sotto accusa lo stabilimento di produzione Hales e Jentzsch, che si trova nello stato federale di Sleswig Holstein, nella Germania settentrionale. E’ stata aperta un’inchiesta dalla magistratura tedesca contro l’azienda, imputata di comportamento criminale.
Ed il pericolo si fa concreto non solo per i consumatori tedeschi, ma anche per i Paesi che hanno importato prodotti a base di uova ed uova contaminate.
Si è infatti già appreso che sia in Olanda che in Gran Bretagna sarebbero state distribuite sia uova che mangimi contaminati dalla diossina.
I mangimi contaminati dal cancerogeno erano destinati anche ai maiali, con quanto ne consegue per i rischi sui prodotti di carne suina importati dalla Germania. Ma il rischio è esteso anche ai preparati per la maionese, per i dolci confezionati, per il latte e a chi lo sa quanti insospettabili prodotti importati.
Le autorità sanitarie si affrettano a rassicurare la popolazione sul fatto che i livelli di diossina rilevati non siano pericolosi per la salute umana. Lo fa il portavoce del Commissario alla Salute John Dalli commentando però i risultati meno allarmanti dei primi test, che riportano anomalie nei livelli di diossina di tre o quattro volte superiori alla norma fissata in 0,75 nanogrammi di diossina per un chilo di grassi alimentari. Dalle analisi successive è emerso che in un lotto di uova la soglia UE è stata oltrepassata di 77 volte. Mica bruscolini.
E in Italia? I NAS stanno eseguendo controlli a tappeto e, grazie all’etichettatura, il marchio di produzione e provenienza, dovrebbe essere facile rintracciare i prodotti a rischio, eseguire i test e toglierli dal mercato. Il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, rassicura gli italiani spiegando, ai microfoni del TG2, che in Italia importiamo poche uova e quelle poche sono facilmente rintracciabili. Inoltre, non importiamo mangimi animali dalla Germania.
E per quanto riguarda il latte e la carne? Su questo fronte, dichiara il ministro, sono stati già presi gli opportuni provvedimenti, scrivendo ai produttori di aggiungere ai controlli la valutazione sui livelli di diossina. La rigidità dell’etichettatura, per Fazio, mette al sicuro l’Italia dall’allarme proveniente dalla Germania. Inoltre, è stato previsto un sistema a doppio filtro, che prevede controlli sui prodotti all’origine effettuati già dalle aziende importatrici ed un’ulteriore verifica al dettaglio nelle regioni.
Intanto anche il resto del mondo corre ai ripari. Drastica la Corea del Sud che ha bloccato le importazioni dalla Germania.
[Fonti: Ilfattoquotidiano; Corrieredellasera]
[Foto1: Epa; Foto2: ilcalderonedimarinella.blogspot.com]
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