La scadente qualità dell’aria influisce negativamente sulla salute umana, a diversi livelli. Gli studiosi hanno scoperto che a soffrirne maggiormente sarebbero le donne, dato appurato basandosi sulle prestazioni in calo delle maratonete. Pare, infatti, che i tempi di esecuzione delle donne nelle maratone siano condizionati dall’inquinamento atmosferico.
A dirlo è uno studio effettuato dall’ingegnere ambientale Linsey Marr, della Virginia Tech.
I risultati della Marr provengono da uno studio approfondito che ha preso in analisi i tempi della maratona, i dati meteorologici e le concentrazioni di inquinanti nell’aria in sette maratone in un periodo di tempo da otto a ventotto anni. I tempi dei primi tre classificati maschili e femminili sono stati confrontati con il record storico della pista e con i livelli di inquinanti atmosferici, tenendo conto ovviamente delle alte temperature che hanno alterato le prestazioni prese in considerazione.
Gli elevati livelli di polveri sottili nell’aria sono stati associati a tempi lenti di esecuzione per le donne, mentre gli uomini pare non ne siano stati influenzati. La differenza può essere dovuto alla dimensione ridotta della trachea delle donne, il che rende più facile per alcune particelle di inquinanti depositarvisi e causare irritazioni.
“Anche se i livelli di inquinamento in queste maratone raramente hanno superato le norme nazionali per la qualità dell’aria, le performances ne sono state comunque influenzate”, ha affermato Marr.
Il suo lavoro, svolto in collaborazione con Matteo Ely, un fisiologo dello US Army Research Institute of Environmental Medicine, è apparso sulla rivista ufficiale dell’American College of Sports Medicine.
Le maratone prese in esame si svolgevano in città come New York, Boston e Los Angeles, dove l’inquinamento tende ad essere più alto.
La ricerca precedente ha mostrato che, durante una gara, i maratoneti inspirano ed espirano circa lo stesso volume di aria che inala una persona sedentaria nel corso di ben due giorni, ha affermato Marr. Di conseguenza, i corridori sono esposti maggiormente alle sostanze inquinanti rispetto alle persone che respirano normalmente.
Il particolato sembrava essere il fattore di alterazione della qualità dell’aria per i maratoneti, mentre il monossido di carbonio, l’ozono, il biossido di azoto e i livelli di biossido di zolfo non sembrano incidere sui tempi di gara.
[Fonte: Enn.com]