Qualche anno fa il mondo scientifico, di solito diviso su tutto, stabilì con la piena condivisione che le temperature medie globali non sarebbero dovute aumentare di più di 2 gradi Celsius, altrimenti sarebbero accaduti dei disastri colossali. Ebbene, non solo è impossibile rimanere sotto tale soglia (abbiamo quasi raggiunto il primo grado), ma sarà più che raddoppiata.
Lo ha stabilito il Global Carbon Project, una relazione stilata ogni anno da diversi istituti internazionali riuniti, la quale ha calcolato che nell’arco di qualche decennio le temperature globali potranno salire tra i 4 ed i 6 gradi centigradi. Dopo il calo del 2010 dovuto alla crisi, lo scorso anno l’inquinamento ha ripreso a salire, facendo registrare un +3,1% di carbonio, che è salito di un ulteriore 2,6% quest’anno.
Ciò ha significato due cose: aumento delle temperature di 0,8 gradi dal periodo pre-industriale, e le sue conseguenze sul pianeta che quest’anno abbiamo toccato con mano: uragani, siccità ed alluvioni. In teoria il Protocollo di Kyoto puntava ad abbassare leggermente le emissioni mondiali entro quest’anno, rispetto al 1990. In realtà sono aumentate del 58%, in particolare a causa di Cina e Stati Uniti che insieme fanno quasi la metà delle emissioni mondiali. Tra i vari organi riuniti alla conferenza di Doha, l’unico che può stare a testa alta è l’Unione Europea che ha fatto registrare cali dell’inquinamento negli ultimi anni.
Nel 2011 il 43% delle emissioni è derivato dal carbone ed il 34% dal petrolio, mentre il resto proviene da gas e produzione del cemento. E’ qui che si deve puntare per ridurre l’inquinamento, stimolando la diffusione delle energie rinnovabili che blocchino tutte queste attività nocive per l’ambiente, in particolar modo nei Paesi in via di sviluppo. Questo perché ogni anno che si perde con l’inattività rende peggiori le conseguenze sull’ambiente, e sempre più costoso ovviare ad esse. Non si può aspettare quindi il 2015 (come qualcuno chiede) per stilare un nuovo Protocollo, né tantomeno attendere il 2020 per farlo entrare in vigore. Bisogna fare qualcosa subito.
[Fonte: the Guardian]
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Norman 1 Marzo 2017 il 12:47 am
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