Molti scienziati si sono opposti all’idea del riscaldamento globale che farebbe perdere ghiaccio ai poli in quanto, secondo alcune teorie non molto condivisibili, se il ghiaccio si perde da una parte rispunta da un’altra. Una recente ricerca effettuata analizzando i dati satellitari invece racconta tutto un altro scenario. In Groenlandia ed in Antartide il bilancio tra ghiaccio perso e guadagnato è evidentemente in favore di quello perso, dato che rispetto a 20 anni fa ne abbiamo quattromila tonnellate in meno.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Science dagli studiosi dell’Università di Leeds, mostra anche come il livello del mare sia salito in seguito a questo scioglimento. Per analizzare questi dati ci sono voluti decine di scienziati e 10 missioni satellitari, ed i risultati sono preoccupanti. Finora infatti era stato evidente che al Polo Nord si era perso molto ghiaccio, ma sembrava che al Polo Sud il fenomeno fosse molto più lento. Ora invece diventa evidente come anche in Antartico la situazione sia critica.
Le stime sono le più affidabili fino ad oggi, e pongono fine a 20 anni di incertezza delle variazioni di massa di ghiaccio in Antartide e Groenlandia. Ci sono state 30 diverse stime del contributo all’innalzamento del livello del mare della Groenlandia e dell’Antartide, che vanno da una crescita annua di 2 mm ad una riduzione di 0.4 mm
ha spiegato il responsabile dello studio, Andrew Shepherd, il quale conclude affermando che la perdita avviene su entrambi i fronti e può solo aumentare in seguito all’incremento del riscaldamento globale. Il tasso di perdita di ghiaccio della Groenlandia è di 5 volte superiore al 1990 e nei prossimi 20 anni assisteremo all’innalzamento del livello dei mari di almeno 11 mm, considerando soltanto queste due aree e quindi tralasciando i ghiacciai terrestri. E se non vi sembrano tanti, basti pensare che sono solo un quinto di quanto è aumentato finora il livello dal 1992.
[Fonte: the Guardian]
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