Giusto qualche giorno fa vi abbiamo parlato di quella incredibile scoperta, effettuata dagli scienziati dell’Università di Berkley, che avevano calcolato come la “mano” dell’uomo fosse innegabilmente la prima causa dell’innalzamento delle temperature globali, mettendo a confronto gli ultimi 50 anni di storia umana con i 250 anni calcolabili con precisione dagli strumenti moderni. Oggi arriva la notizia di un docente della stessa università che, dopo anni di negazionismo, ha analizzato i dati dei colleghi e si è dovuto ricredere.
Si tratta di Richard Muller, uno dei più rappresentativi del movimento negazionista mondiale, il quale per anni ha difeso la teoria secondo la quale le oscillazioni climatiche sono naturali e che l’attività umana c’entra poco o nulla con il riscaldamento globale. Ma dopo aver controllato la veridicità dei dati pubblicati su Nature, ha dovuto ammettere che questi sono anche più chiari e precisi di quelli redatti dal panel delle Nazioni Unite, e non ha potuto fare altro che tornare sui suoi passi. In un articolo comparso qualche giorno fa sul New York Times si è così auto-proclamato un “negazionista convertito”.
A dir la verità Muller si è sempre comportato in maniera intellettualmente corretta. Non si è mai opposto alla tesi dei catastrofisti portando dati contrari e dicendo col paraocchi che non è così, punto e basta. Muller per anni è sempre stato possibilista, affermando che finché qualcuno non gli porterà dei dati credibili che dimostrino che il fenomeno è colpa dell’uomo, lui sarebbe rimasto sempre convinto del contrario. Bè, quel giorno è arrivato.
Anche se ai più può sembrare una cosa da niente, per il mondo scientifico si tratta di un evento molto raro. Da sempre nella storia gli scienziati di tutte le epoche che erano convinti di una teoria si sono opposti a quella contraria anche di fronte a prove incofutabili, e così come Tycho Brahe non accettò mai il cosmo copernicano o Einstein non fu mai convinto della teoria quantistica, così oggi, di fronte a delle prove così chiare, ci saranno ancora climatologi o altri studiosi che affermano che non è così. Dopotutto Max Planck sosteneva che la scienza avanza un funerale alla volta, ma per fortuna per Muller non è stato necessario.
[Fonte: The Guardian]
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