Una piccola speranza sul futuro del mondo arriva oggi da un gruppo di ricercatori svedesi della Chalmers University of Technology, i quali contraddicono la visione comune secondo la quale il riscaldamento globale è un processo che, una volta partito, non si può più fermare. Secondo questi scienziati con una politica aggressiva di eliminazione della CO2 e degli altri agenti inquinanti, la temperatura atmosferica può ancora essere abbassata.
Tra i provvedimenti che i ricercatori svedesi individuano ci sono prima di tutto investire sul verde. Il trucco sono gli alberi che assorbono la CO2 e lottano naturalmente contro l’effetto serra. Esattamente il contrario di quanto stiamo facendo ora che, tagliandoli, immettiamo ulteriore anidride carbonica nell’atmosfera. Ma questa non è l’unica strada. Ad esempio si può investire anche nelle tecnologie che catturano la CO2. Ancora sono acerbe e per molti non sicure, ma ulteriore ricerca in questo campo può contribuire a sviluppare una tecnologia che potenzialmente può avere un effetto molto importante.
La novità di questa teoria sta nel fatto che anche dopo aver superato i 2 gradi centigradi di innalzamento delle temperature medie globali, secondo il professor Christian Azar che ha condotto lo studio, il fenomeno può essere invertito. Il pensiero comune del mondo scientifico è che, una volta superati i 2 gradi, non si torna più indietro. Per questo Azar insiste sul fatto che la politica non deve demordere nel trovare accordi sulla lotta al riscaldamento globale in quanto gli obiettivi possono essere raggiunti anche in un secondo momento, l’importante è che siano raggiunti. Questa precisazione è importante per non dare adito a quei detrattori delle politiche ambientaliste che un giorno potranno dire che siccome è tardi per agire, tanto vale non fare niente.
Per quanto riguarda il futuro industriale, Azar traccia la strada delle bioenergie, ovvero produrre energia dal legno e da altre fonti biologiche, a patto che siano associate a quelle tecnologie di recupero della CO2 che non permetta la dispersione degli agenti inquinanti nell’atmosfera. Questa strategia però non può essere rimandata a lungo. Non bisogna comunque adagiarsi sugli allori perché potenzialmente il superamento dei limiti potrebbe modificare le variabili atmosferiche e rendere sempre più complicata la lotta ai mutamenti climantici.
[Fonte: the Guardian]
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