Se stiamo tanto a preoccuparci che il riscaldamento globale sopra i 2 gradi centigradi sia pericoloso per la sopravvivenza umana, non è detto che questo avverrà veramente. Non perché non ci siano pericoli, ma perché c’è la possibilità di un’evoluzione per adattarsi all’ambiente. Se negli esseri umani quest’evoluzione è stata osservata nell’arco di migliaia di anni, per i pesci è stata molto più rapida.
I ricercatori della University of British Columbia hanno osservato una delle più veloci risposte evolutive mai registrate nelle popolazioni selvatiche. In meno di tre anni, il pesce spinarello ha sviluppato una tolleranza per la temperatura dell’acqua di 2,5 gradi centigradi inferiore rispetto ai suoi antenati. Lo studio, pubblicato nell’ultimo numero di Proceedings of the Royal Society B, fornisce alcune prime prove sperimentali che l’evoluzione potrebbe aiutare le popolazioni a sopravvivere agli effetti dei cambiamenti climatici.
Misura dai tre ai 10 centimetri, il pesce spinarello vive oggi nel mare, ma ha iniziato la sua evoluzione nei laghi e corsi d’acqua dopo l’ultima era glaciale. Nel corso degli ultimi 10.000 anni, gli spinarelli marini e d’acqua dolce si sono evoluti con diversi tratti fisici e comportamentali, il che li rende modelli ideali per la teoria della selezione naturale di Darwin.
Con il test di tolleranza alla temperatura degli spinarelli selvatici e di laboratorio, siamo stati in grado di determinare che gli spinarelli d’acqua dolce sono in grado di sopportare temperature più basse rispetto ai loro omologhi marini. Questo ha senso da un punto di vista evolutivo, perché i loro antenati erano in grado di adattarsi ai laghi d’acqua dolce, che di solito raggiungono temperature più fredde dell’oceano
spiega l’autore Rowan Barrett del Dipartimento di Zoologia. Per capire come questo adattamento ha avuto luogo, Barrett e i colleghi provenienti dalla Svizzera e dalla Svezia hanno “ricreato la storia” del trapianto degli spinarelli marini dagli stagni d’acqua dolce, ed hanno scoperto che in sole tre generazioni (o tre anni circa), sono stati in grado di tollerare la temperatura minore di 2,5° C rispetto a quella dei loro avi.
Modelli scientifici hanno suggerito che il cambiamento climatico potrebbe causare un generale e graduale aumento della temperatura media e un aumento delle temperature estreme. Il nostro studio è il primo a dimostrare sperimentalmente che alcune specie in natura sono in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici molto rapidamente, in questo caso, alla temperatura dell’acqua più fredda. Tuttavia, questo rapido adeguamento non si raggiunge senza un costo. Solo rari individui che possiedono le capacità di tollerare brusche variazioni di temperatura sopravvivono, e il numero dei superstiti non può essere sufficiente per sostenere la popolazione. E’ fondamentale che la conoscenza dei processi evolutivi sia incorporata nella politica della conservazione
ha concluso Barrett.
Fonte: [Sciencedaily]
Commenti (1)