Per anni abbiamo sentito ripetere la parola CO2 che ormai è diventata il simbolo del riscaldamento globale, tanto che anche chi non ha molta dimestichezza con la chimica ha imparato a capire che si tratta di anidride carbonica. Ma ci siamo sentiti talmente martellare da questa sigla che in molti si sono convinti che si tratti dell’unica causa del fenomeno dei mutamenti climatici. Ovviamente non è così, ed una nuova ricerca pubblicata su Nature ora spiega come eliminare altri gas nocivi dall’atmosfera, come il metano, possa essere più efficace del combattere la CO2.
Lo studio condotto dalla Columbia University di New York, a cui ha partecipato anche il Joint Research Centre di Ispra, si è basato sui modelli computerizzati dei vari scenari a seconda delle contromisure da prendere. Ciò è servito per stilare una specie di “classifica” dei 2000 metodi più efficaci per combattere il riscaldamento globale. Ed a sorpresa scopriamo che i primi 7 non riguardano l’anidride carbonica ma la riduzione del metano.
E la CO2? Non la troviamo nemmeno dopo, visto che molti dei successivi riguardano il particolato, quel genere di polveri sottili sempre più note per impestare l’aria delle città e che ci costringe a circolare con le targhe alterne, o a lasciare l’auto nel garage.
Il motivo per cui si prediligono queste strategie sta nel fatto che i metodi per ridurre il metano ed il particolato nell’atmosfera sono più semplici e più rapidi, e dunque avrebbero un effetto più immediato rispetto agli sforzi che, nel tentativo di diminuire l’anidride carbonica, aumenterebbero questi altri inquinanti. Secondo gli scienziati se i primi 14 metodi individuati per rimuovere questi due agenti venissero adottati, entro il 2050 non correremmo il rischio di vedere aumentare la temperatura media di 2 gradi, ma addirittura di vederla diminuire di mezzo grado, con l’evidente diminuzione di tutti quei fenomeni naturali collegati al riscaldamento globale che ben conosciamo, comprese le morti premature (stimate in almeno 4,7 milioni l’anno).
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