Il quotidiano britannico The Guardian è riuscito ad ottenere il testo completo che i leader mondiali, ed i loro delegati, firmeranno nei prossimi giorni. Si tratta del testo venuto fuori dopo una settimana di colloqui che è servito giusto per avere qualcosa di scritto su cui tutti concordano, e non fa nulla se al suo interno manca di contenuti. La bozza, che presto diventerà definitiva visto che senza l’appoggio dei principali capi di Stato non si potrà cambiare molto, è lunga 49 pagine per ben 283 punti.
Ovviamente non possiamo riportarveli tutti per intero qui in quanto vi annoieremmo, ma se volete consultarli potete visitare la pagina del Guardian da questo link. In questa sede invece proviamo a sintetizzare il contenuto per capire cosa i rappresentanti dei 190 Paesi presenti a Rio de Janeiro stanno per firmare.
In sostanza si può chiarire che c’è una sorta di “riconoscimento” del problema (o sarebbe meglio dire dei problemi) da parte di tutti gli Stati del mondo. E’ evidente che c’è un problema di riscaldamento globale, ma anche di siccità, desertificazione, carenza degli stock ittici, inquinamento ambientale e marino, povertà e chi più ne ha più ne metta. Ma gran parte del testo si limita al riconoscimento di tutti questi punti. La restante parte del testo si limita a ribadire il concetto che “verranno presi provvedimenti”.
L’idea di base è tentare di “cambiare significativamente la base economica, sociale, e il pensiero ambientale che ci ha portato a questo punto”. Una buona cosa, non c’è che dire. Se non fosse che, come direbbe Crozza imitando Montezemolo, si sono dimenticati la pagina del come. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, provate a leggere il punto 12 che spiega meglio di mille giri di parole cosa hanno in mente i delegati giunti a Rio:
Decidiamo di adottare misure urgenti per conseguire uno sviluppo sostenibile. Pertanto rinnoviamo il nostro impegno per lo sviluppo sostenibile, valutando i progressi finora compiuti e le lacune ancora esistenti nell’attuazione dei risultati dei vertici più importanti sullo sviluppo sostenibile e affrontare le sfide nuove ed emergenti. Esprimiamo la nostra determinazione ad affrontare i temi della Conferenza, vale a dire una green economy nel contesto dello sviluppo sostenibile e l’eliminazione della povertà, e il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile.
Qui si dice tutto per non dire nulla. Credetemi, gli altri 282 punti sono tutti così, quando non sono peggiori, e cioè dove decantano i propri risultati ottenuti negli anni. Non c’è nulla di peggio dei politici che si auto-elogiano. Anche perché quasi nessuno di quelli che firmerà questo testo in realtà ha mosso un dito per raggiungere quei risultati in passato.
Il paradosso in tutto questo è che se da un lato si accetta l’idea di affrontare uno sviluppo equo e sostenibile sul consumo di risorse, basato sugli aiuti ai Paesi poveri, dall’altro non si fa cenno ad un fondo o altri metodi per uscire da questo pantano. Insomma, se cercate in questo testo la “ricetta” per risolvere i problemi ambientali del mondo, rimarrete delusi.
[Fonte: The Guardian]
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