Ormai la conferenza Rio+20 è alle porte. Inizierà il 20 giugno prossimo e, nonostante si tratti di uno degli incontri in tema ambientale più importanti della storia, in Italia sembra che questo meeting non abbia alcuna importanza. Nel silenzio dei media nostrani, cerchiamo di fare chiarezza elencando di seguito i temi che verranno trattati per cercare di trovare un accordo globale nel tentativo di salvare l’umanità dalla fame, dalla povertà e dai cambiamenti climatici.
I temi del dibattito si possono riassumere in 8 grandi ambiti:
Atmosfera: eliminazione delle sostanze che assottigliano lo strato di ozono e che provocano inquinamento atmosferico ed indoor. Ciò significa ridurre il rischio di riscaldamento globale e di malattie per gli esseri umani (in particolare il cancro ma non solo), e tentare di mantenere l’innalzamento delle temperature medie al di sotto dei 2 gradi.
Registrazioni: tenere traccia dello stato ambientale e delle statistiche delle azioni di ogni Governo per fare in modo di ridurre il gap tra le varie nazioni in ogni ambito.
Biodiversità: ridurre il rischio di estinzione di flora e fauna e tentare di porre nuovi obiettivi per la conservazione visto che i precedenti hanno fallito. Tra le politiche da tenere in maggiore considerazione c’è la razionalizzazione delle risorse per evitare di consumare altro terreno che sottrae habitat alle diverse specie. Ma ciò significa anche regolare l’accesso alle risorse per garantirlo a tutti, in particolare nelle aree della Terra maggiormente sfruttate, portare le aree protette sulla terraferma dal 13 al 17% e quelle marine dall’1,6 al 10% entro il 2020, preservare gli stock ittici.
Acqua: dei 30 precedenti obiettivi che riguardavano l’acqua, solo uno è stato raggiunto, quello sull’accesso all’acqua potabile. In quest’occasione si tenterà di migliorare il lavoro sugli altri, ed in particolare migliorare la qualità delle acque inquinate dalle attività umane, aumentare l’accesso delle popolazioni alle risorse idriche, puntare sugli impianti di desalinizzazione nei territori in cui l’acqua scarseggia, migliorare le infrastrutture nei Paesi in via di sviluppo, ridurre l’inquinamento idrico, migliorare le pratiche di coltivazione specialmente nei Paesi in via di sviluppo come Cina, India e Pakistan.
Inquinamento marino: ridurre il consumo delle coste, ridurre l’inquinamento da attività umane sulla terraferma e quello delle navi, ridurre la frammentazione delle aree marine.
Eventi estremi: mitigare la potenza dei fenomeni naturali che, come è noto, sono peggiorati dal riscaldamento globale. Per farlo vanno rivisti i piani urbanistici, studiare meglio i canali di sfogo dei fiumi, migliorare la tenuta dei terreni, prepararsi ad un innalzamento dei livelli dei mari previsto per il 2040.
Terraferma: combattere la desertificazione e la siccità riducendo la deforestazione e sfruttando in maniera più sostenibile le risorse. Negli ultimi anni soltanto la lotta alla deforestazione sta dando buoni frutti, ma va ovviamente continuata.
Rifiuti: si sono registrati ottimi progressi nello smaltimento dei rifiuti pericolosi, ma ancora la contaminazione da pesticidi e da altri agenti chimici del terreno e delle acque continua. Va migliorata dunque la gestione di questi prodotti ed anche lo smaltimento dell’e-waste.
Infine valutazioni specifiche andranno fatte in base ai problemi specifici regionali e nazionali.
[Fonte: Unep]
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