La buona notizia da Rio de Janeiro è che la porzione di testo su cui si è trovato l’accordo è salita dal 20 al 38% delle oltre trecento pagine della bozza. Le cattive sono due: mancano appena due giorni all’inizio del meeting e manca ancora tanto da fare, e soprattutto qui non ci saranno i principali leader mondiali. Angela Merkel, David Cameron, Barack Obama e Vladimir Putin hanno annunciato che non ci saranno, mentre Mario Monti, che in un primo momento aveva annunciato la sua presenza, ha dovuto disdire perché in quei giorni ci sarà un importante vertice dell’Eurozona.
Dunque senza i rappresentanti mondiali bisognerà trovare l’accordo su quasi duecento pagine di trattato. Come fare? La soluzione più semplice è tagliarlo. Una riduzione netta ad una cinquantina di pagine, forse anche meno, è stata proposta nei giorni scorsi, ma almeno fino all’ultimo giorno del meeting si tenterà di trovare un accordo. Male che va si taglia, come va di moda ultimamente. Sostanzialmente la differenza tra i Paesi ricchi e quelli poveri si attesta sul fondo da destinare a questi ultimi per iniziative di green economy (a dir la verità anche sulla semplice definizione di green economy si è in disaccordo), mentre alcuni Paesi come il Canada stanno facendo da franchi tiratori, remando letteralmente contro le leggi ambientali grazie all’arma della crisi economica.
In tutto questo le speranze principalmente si concentrano sul Brasile. Questo è uno dei principali Paesi in via di sviluppo, ed in passato si era schierato tra coloro i quali non volevano fissare limiti all’inquinamento ed altre misure simili. Ma ora che ospita il meeting, deve fare la parte del buon padrone di casa, e per questo potrebbe convincere altri grandi Paesi come Cina e India, e chissà anche il Canada, ad aderire. Secondo le ultime indiscrezioni probabilmente l’unico accordo che si potrebbe trovare sarebbe sulla tutela degli oceani perché conviene a tutti evitare di spopolare i mari che vedono sempre meno pesci al loro interno, ma sembra troppo poco per quello che da molti è considerato uno dei vertici ambientali più importanti della storia.
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