All’inizio del Rio+20 mancano ancora 5 mesi circa, ma un documento lasciato trapelare qualche giorno fa ha rivelato l’ordine del giorno che terrà banco durante il meeting. La conferenza che vedrà partecipare i principali rappresentanti dei Paesi mondiali, avrà inizio il prossimo 20 giugno a Rio de Janeiro ed anche se non prevederà, come il suo predecessore del 1992, un documento su cui tutti dovranno convergere, sarà un nuovo passo in avanti verso un accordo per mitigare il riscaldamento globale.
I giornalisti del Guardian che sono venuti in possesso del documento hanno precisato che probabilmente verrà modificato di qui a giugno, ma la sostanza rimarrà più o meno la stessa. Esso parte dal presupposto che i Paesi che vi prenderanno parte arriveranno al tavolo delle trattative già con delle proposte in modo da trovare un accordo comune che diventerà vincolante dal 2015. Le Nazioni Unite hanno già stabilito gli obiettivi su cui puntare, in sostanza la tutela di oceani (in particolare stop alla pesca eccessiva), cibo (incentivi alla produzione locale e alla commercializzazione dei prodotti a chilometro zero), energia (raddoppio della produzione da rinnovabili entro il 2030 e trasmissione delle tecnologie ai Paesi più poveri), acqua, consumo di suolo e la creazione di città sostenibili.
Tutti punti su cui da anni le associazioni ambientaliste chiedono di agire, ma su cui in realtà si è fatto molto poco. E si pensa che non sarà molto diverso visto che dal documento si deduce che non cambierà l’indirizzo delle trattative, e cioè non costringere nessuno ma lasciare libertà di coscienza ad ogni Paese. Così se questo Paese si chiama Germania, Danimarca o come altri Paesi europei, gli obiettivi si trasformano in rigidi e vincolanti, ma siamo sicuri che accadrà lo stesso quando il nome del Paese sarà Stati Uniti o Cina? L’accusa di obiettivi “troppo vaghi” resta in piedi, speriamo che prima o poi venga smentita.