Il meeting ambientale di Rio+20 avrà inizio fra poco più di una settimana e il silenzio mediatico continua a perdurare, per questo Rigas, Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, in collaborazione con CGIL e FNSI, il sindacato unitario dei giornalisti italiani, ha organzizzato un flash mob di protesta contro la censura mediatica che si terrà venerdì 8 giugno alle ore 11.30 in viale Mazzini 14 a Roma, per protestare contro la censura della Rai e dei media in genere nei confronti delle tematiche ecologiche al centro del meeting e nei confronti del meeting stesso.
Tra i più importanti argomenti di discussione nel vertice di Rio+20 troviamo il passaggio alle fonti di energia rinnovabili, la trasformazione del modello alimentare attuale in quello dell’agroecologia, la salvaguardia dell’acqua, la trasformazione del tessuto produttivo entro parametri di sostenibilità e molto altro ancora. Al centro del dibattito, in breve, non potrà che esserci la necessaria transizione globale verso un modello di sviluppo nettamente più rispettoso della natura. La trasformazione della realtà odierna passa attraverso la consapevolezza ecologica dei singoli cittadini, e ciò non potrà mai darsi appieno senza un’informazione adeguata.
Gli organizzatori del flash mob, insistendo sull’importanza di questo punto, hanno dichiarato:
Riteniamo che l’informazione abbia il dovere di occuparsi adeguatamente e in maniera corretta delle importanti questioni inerenti la crisi ambientale, portando a conoscenza della cittadinanza la gravità della situazione attuale, il dibattito in corso nel mondo, gli appuntamenti e le proposte avanzate tanto dai governi quanto dalle organizzazioni sociali e contribuendo in tal modo a stimolare processi di consapevolezza e di cittadinanza attiva.
L’invito lanciato a tutti è quello di partecipare a questa iniziativa di protesta recandosi l’8 giugno alle ore 11.30 sotto la sede della Rai in viale Mazzini a Roma, per chiedere un’informazione adeguata sulle tematiche ecologiche, senza la quale l’attuazione di un nuovo modello di relazione responsabile nei confronti del pianeta sarà sempre troppo lontana.
Photo Credits | Anuj Bijani su Flickr