Sono finalmente ufficiali le cifre della caccia al rinoceronte nell’anno più terribile della storia della specie. E nonostante gli sforzi per la conservazione ed il divieto di caccia, il bracconaggio ha fatto registrare nell’anno appena trascorso 448 esemplari uccisi, più di uno al giorno, e per la precisione uno ogni 20 ore.
E’ questo quanto se ne deduce dall’ultima stima effettuata dal WWF che non ha potuto fare altro che registrare il record che si spera non venga mai battuto (anche perché di questo passo rinoceronti non ce ne saranno più), e che ha frantumato il record precedente che apparteneva al 2010 in cui erano stati uccisi 333 di questi pachidermi. Una vera tristezza se si pensa che quando ancora il corno di rinoceronte non andava di moda tra gli stupidi alchimisti Orientali, e cioè fino al 2007, la media di uccisione in tutto il mondo non superava i 13 esemplari all’anno.
Dopo la scomparsa definitiva del rinoceronte di Giava, il prossimo potrebbe essere il rinoceronte nero che secondo gli studiosi dovrebbe essere rimasto in appena 5.000 esemplari allo stato brado in tutto il pianeta, e di cui 19 sono stati fatti fuori nell’ultimo anno. Il motivo di tale mattanza si ritrova nella falsa credenza, diffusa in Vietnam ed in altre zone dell’Asia, che l’estratto del corno del rinoceronte possa far guarire dal cancro. Ma purtroppo non ha solo scopi medici visto che donare un corno in quei Paesi significa fare un regalo di lusso, un dono che si fa ai potenti per entrare nelle loro grazie e che rappresenta anche un indice di prestigio sociale.
E’ talmente diffusa questa caccia che è arrivata fino in Sudafrica, un tempo casa dei rinoceronti, che solo lo scorso anno ha contato 252 vittime, nonostante si tratti di una specie protetta che attira migliaia di turisti ogni anno. I rangers hanno arrestato decine di bracconieri, ma purtroppo sono molto di più le carcasse di rinoceronte che trovano nelle foreste che non questi assassini in flagranza di reato.
[Fonte: The Guardian]
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