Quasi un anno fa noi ed il resto del mondo eravamo convinti che il rinoceronte di Giava si fosse definitivamente estinto. Quello che era considerato il mammifero più grande al mondo e che una volta viveva in una grossa fetta dell’Asia era stato dichiarato scomparso da diverse agenzie che si occupano di tutela della biodiversità, prima di tutte l’IUCN. Ora però siamo tutti costretti a ricrederci in quanto c’è ancora una piccola speranza. Trentacinque rinoceronti di Giava sono stati individuati ancora in libertà.
Certo, il numero è molto esiguo e non possiamo sperare che, con le condizioni attuali, possa aumentare, ma è sempre meglio di zero. I primi esemplari sono stati individuati per caso, tramite le fototrappole piazzate per altri animali nella parte Occidentale dell’Isola di Giava. Lo ha annunciato Kerry Crosbie, direttore dell’Asian Rhino Project, una ONG che si occupa della protezione dei rinoceronti asiatici.
In particolare i 35 esemplari sono stati individuati nel parco nazionale di Ujung Kulon, sulla punta Occidentale di Giava, e si tratta si 22 maschi e 13 femmine. Il numero stimato come potenziale al momento è di 47. Come abbiano fatto a sopravvivere e a rimanere ben nascosti rimane un mistero. Probabilmente i rinoceronti si sono rifugiati nel parco nazionale dopo essere stati decimati fin quasi all’estinzione nell’area del Vietnam. Il problema principale, spiegano i biologi, è che i rinoceronti hanno una gestazione molto lunga, circa 16 mesi, e partoriscono ogni 3 anni. Durante questo lasso di tempo devono combattere contro i cacciatori e la distruzione dell’habitat. Per questo c’è il rischio che scompaiano per sempre.
Ma non è detto che la loro nuova “casa” li possa assicurare contro l’estinzione. Infatti adesso il rinoceronte di Giava deve combattere contro due nuovi nemici. Uno è la palma che si sta espandendo in quell’area, facendo la concorrenza alle piante di cui i rinoceronti si cibano. E poi c’è il banteng, un tipo di bestiame locale che vive nelle stesse aree e che è in forte espansione. L’idea per salvaguardarli ora è trasferirli in un’area protetta dove possano crescere e proliferare in pace. In passato l’esperimento ha avuto successo con il rinoceronte indiano ed il rinoceronte bianco che erano rimasti rispettivamente con soli 35 e 9 esemplari, ed oggi se ne contano migliaia. Vedremo se stavolta il rinoceronte tornato dal mondo dei morti riuscirà a sopravvivere.
[Fonte: the Guardian]
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