L’ecologia e le fonti rinnovabili, gli investimenti nella Green economy sono i settori su cui sta puntando il presidente USA Barack Obama per uscire dalla crisi. Negli Stati Uniti così come in altri Paesi del resto del mondo sono questi i settori di investimento di imprese e governi…e in Italia? No. La Green economy è ferma, come gli investimenti e le braccia di oltre 6mila lavoratori del settore che rischiano il licenziamento.
A dare un colpo d’arresto ulteriore alla Green economy in Italia ci sono stati i tagli del governo Monti che hanno fatto ridurre il fatturato di circa 10 miliardi rispetto al 2010. A dare voce ai milioni di lavoratori tra ingegneri e tecnici del settore delle rinnovabili in crisi è l’azienda toscana Power-One che, nelle parole del consigliere delegato Averaldo Farri, si appella al governo e al ministero dello Sviluppo Economico chiedendo “poche e semplici misure per dare continuità al settore”. Farri spiega che
Di soluzioni ce ne sono. Si è scelto di far passare un Salva Alcoa 2 a beneficio delle pubbliche amministrazioni, ma a danno delle aziende produttrici, si potrebbe rimediare con una piccola aggiunta di fondi al Conto Energia che, se ben gestiti ne bastano pochi per riprendere l’accompagnamento alla grid parity.
Ma non solo. continua Farri
Si potrebbe innalzare ad almeno 200 kWp la soglia del registro o, meglio ancora eliminarlo del tutto. Si potrebbe semplificare le pratiche autorizzative e di connessione degli impianti fotovoltaici, in particolare residenziali e industriali. Infine si potrebbe attuare la detrazione dall’IRPEF del 50% del costo degli impianti fotovoltaici fino a fine anno, di cui si aspetta conferma della validità da diversi mesi.
Per il momento la situazione in Italia è di stallo, e in attesa della fine della legislatura Monti le aziende della Green economy chiedono maggiori attenzioni per un settore di rilancio dell’economia italiana ed europea.
[Fonte e foto: Power-One]