La principale obiezione che i detrattori delle energie rinnovabili propongono è che di sera non si produce energia solare e quando non c’è vento non si produce quella eolica. In pratica dicono che non possono garantire la continuità energetica. Sbagliato! Una recente ricerca della University of Delaware e del Delaware Technical Community College ha dimostrato che le rinnovabili possono dare una stabilità alla griglia energetica nazionale pari al 99,9%.
Questo però solo al 2030 e se l’espansione per quella data continuasse ai ritmi odierni. Il “trucco”, se così si può definire, è il mix di fonti. L’errore comune che si fa oggi per l’approvigionamento energetico è affidarsi o soltanto al nucleare o solo al petrolio o solo al carbone. In questo modo è normale che di fronte all’opportunità di chiudere una centrale per affidarsi solo ai pannelli fotovoltaici, anche un bambino si renderebbe conto che è un rischio. Secondo gli scienziati americani l’ideale sarebbe un mix di sole e vento che producono energia in più rispetto a quella che serve al momento. L’eccedenza viene stoccata in delle batterie giganti che la rilasciano poi quando non ci sono queste due fonti fondamentali.
Le batterie potrebbero avere un funzionamento molto simile a quelle ad esempio delle auto elettriche, oppure essere dei serbatoi di idrogeno che viene prodotto dall’energia rinnovabile, il quale viene poi rilasciato in un secondo momento quando serve. Per attuare questa strategia inoltre è sufficiente la produzione fotovoltaica ed eolica off-shore ed on-shore, senza considerare altre fonti come ad esempio il geotermico piuttosto che l’idroelettrico.
Infine gli scienziati non escludono di lasciare qualche centrale tradizionale “di riserva” che produca elettricità. Possono essere casi rari, ma può capitare che qualche giorno non ci sia vento, il cielo sia completamente coperto, e le batterie siano scariche. Solo in questo 0,1% dei casi ancora l’utilizzo del carbone o di qualche altro combustibile fossile può essere consentito.
[Fonte: Sciencedaily]
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