Ancora siamo a livello sperimentale, ma la nuova centrale termoelettrica che la Lockheed Martin sta studiando potrebbe aggiungere una nuova fonte alla già nutrita schiera di rinnovabili. Si tratterebbe di una centrale sommersa che sfrutta il calore delle correnti marine e, grazie al contrasto tra le temperature di superficie e quelle di profondità, genera energia. Ovviamente è più facile a dirsi che a farsi.
Somigliante ad un tunnel lungo alcune centinaia di metri, si immerge per circa un chilometro nelle acque oceaniche. La posizione ideale sono le aree tropicali dove forti correnti passano per tutto l’anno e dove, a seconda della profondità, la temperatura media può passare dai 30 gradi Celsius ai 6. L’acqua scorre al suo interno e si dice che “scambia calore” a diverse temperature. Questo scambio attiva un processo di evaporazione che fa muovere delle turbine, simili a quelle degli impianti eolici, che a loro volta attivano dei generatori elettrici che inviano l’energia tramite tubature in superficie, e da qui poi vengono distribuite nella rete elettrica.
Esistono poi diverse varianti dello stesso macchinario, probabilmente per farlo funzionare a dovere in caso di particolari correnti o sbalzi di temperatura inferiori. Ma non finisce qui. Sfruttando l’effetto di vaporizzazione, questi macchinari potrebbero essere in grado di desalinizzare l’acqua. Il vapore infatti, una volta che ha terminato la sua funzione energetica, può essere riconvertito in acqua e stoccato in un serbatoio da cui si può recuperare dell’acqua pulita. Questo processo però è ancora sulla carta e, se verrà attuato, sicuramente lo sarà in un secondo momento.
Ovviamente questo non è l’unico modo di sfruttare il mare per ricavarne energia. Sono molti i metodi di sfruttamento delle maree e della forza dell’acqua, ma potenzialmente potrebbe essere quello più efficiente ed in grado di creare la maggior quantità di energia elettrica. Tutta ad emissioni zero.
[Fonte: Repubblica]
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