I dati mensili di Terna sui consumi energetici in Italia rappresentano una occasione per misurare sul campo importanza, peso e distribuzione delle energie rinnovabili. I numeri relativi al mese di luglio sono particolarmente interessanti perché dimostrano la crescente rilevanza dell’energia pulita sulle medie mensili, sul bilancio dei primi sette mesi dell’anno e persino sui giorni di massima domanda. A contorno di queste cifre resta la tendenza generale dell’Italia a ridurre i consumi di energie e la produzione con cali significativi in termini assoluti che hanno interessato anche fonti rinnovabili come l’idroelettrico ed il fotovoltaico.
A luglio rinnovabili al 37%
Alcuni giorni fa presentavamo alcune previsioni secondo le quali già entro il 2040 il 70% dell’energia europea potrebbe arrivare da fonti rinnovabili. Guardando ai dati italiani del mese di luglio 2016 si può dire che questo traguardo è ancora lontano ma il processo di avvicinamento è ben avviato.
Secondo i dati Terna nello scorso mese la domanda di energia elettrica in Italia è stata pari a quasi 29 TWh. Il dato è in netta flessione del 9,6% rispetto ai 32 TWh registrati nello stesso mese del 2015. Questa flessione, spiega la nota dell’azienda, può essere addebitata almeno in parte a due fattori congiunturali. A livello climatico il 2015 era stato un mese record per le temperature mentre il luglio 2016 si è caratterizzato per temperature più miti. Inoltre nel luglio di quest’anno il calendario ha presentato due giorni lavorativi in meno.
La composizione del fabbisogno energetico nel mese di luglio vede un aumento della quota di energia da fonti rinnovabili con la produzione tradizionale di tipo termico scesa sotto la soglia del 50%. Questi i dati in dettaglio:
- Termica: 49%
- Rinnovabili: 37%
- Saldo degli scambi con l’estero: 14%
La quota delle rinnovabili in particolare è salita dal 34% del luglio 2015 al 37% attuale. L’idroelettrico rappresenta sempre la quota largamente maggioritaria delle rinnovabili italiane seguito da fotovoltaico, biomasse ed eolico. Anche in questo caso ecco i dati in dettaglio (tra parentesi i dati del luglio 2015):
- Geotermica: 5% (4%)
- Idroelettrica: 47% (46%)
- Eolica: 8% (7%)
- Fotovoltaica: 26% (29%)
- Biomasse: 14% (14%)
Come si può osservare permane un sostanziale equilibrio tra le rinnovabili italiane con l’unico significativo calo del 11,4% del solare fotovoltaico. Un dato su cui potrebbero aver influito in una certa misura condizioni meteorologiche meno favorevoli alla produzione. In lieve crescita dell’1,9% la produzione di energia idroelettrica mentre è in netto aumento del 23,4% la produzione di energia eolica.
La composizione dell’energia al picco
Terna ha individuato alle ore 17 del 12 luglio il momento di picco della domanda di energia elettrica misurando una richiesta di 53.314 MW. Anche questo valore è in flessione del 10,2% rispetto al massimo registrato nello stesso mese del 2015.
È interessante osservare come anche nel momento di massima domanda le fonti energetiche rinnovabili mantengono una quota sostanzialmente allineata alla media mensile. Un dato questo che mostra la flessibilità del sistema delle rinnovabili con la produzione di energia idroelettrica che spesso svolge una funzione equilibratrice del sistema grazie alla sua flessibilità. Al picco la copertura del fabbisogno è stata ripartita come segue:
- Termica: 54,5%
- Idroelettrico: 18,6%
- Fotovoltaico + Eolico: 16,9%
- Geotermico: 1,2%
- Estero: 8,8%
Il totale delle rinnovabili si è assestato al 36,7%.
L’andamento nel corso delle 24 ore del 12 luglio mostra come il contributo del fotovoltaico innalzi la quota delle rinnovabili già dalle prime ore del mattino con una punta nel primo pomeriggio. La produzione da fonte idroelettrica raggiunge invece la sua massima rilevanza subito dopo il tramonto.
I primi 7 mesi del 2016 per le rinnovabili
Assieme ai dati mensili Terna ha anche diffuso alcuni dati cumulati sui primi sette mesi del 2016. Tra gennaio e luglio la domanda di energia elettrica è stata pari a quasi 180 TWh, un dato in flessione del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Tra le fonti rinnovabili l’unica voce a registrare una netta crescita è l’eolico (+14,6%) mentre sono in calo sia il fotovoltaico (-12,8%) che l’idroelettrico (-7%). In crescita del 2,9% la produzione di energia geotermica.
Per composizione, il 49% del fabbisogno arriva da fonte termica, il 36% dall’insieme delle fonti rinnovabili ed il 15% dal saldo degli scambi con l’estero. La medesima composizione caratterizzava anche il mese di luglio del 2015.
Il 36% coperto dalla rinnovabili vede come dato consolidato il prevalente contributo dell’idroelettrico anche se in lieve calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In calo anche il contributo del fotovoltaico mentre segna un buon tasso di crescita la produzione eolica. Stabile il geotermico ed in crescita il contributo delle biomasse. Questi i dati in dettaglio (tra parentesi i dati dei primi sette mesi del 2015):
- Geotermica: 5% (5%)
- Idroelettrica: 40% (42%)
- Eolica: 17% (14%)
- Fotovoltaica: 22% (24%)
- Biomasse: 16% (15%)
Producibilità Idroelettrica
Come abbiamo accennato la produzione idroelettrica svolge una sorta di funzione di compensazione del sistema. Per questo motivo gli impianti idroelettrici lavorano mediamente ad una frazione del loro potenziale massimo. Un parametro che misura questo aspetto è il così detto coefficiente d’invaso inteso come rapporto tra l’invaso a cui corrisponde la massima energia e l’invaso effettivo.
Nei primi sette mesi dell’anno il coefficiente è rimasto sotto al 50% fino a maggio per poi salire a giugno e toccare un picco del 63,2% proprio a luglio.