Le energie rinnovabili crescono, ma nonostante l’energia acquisita dalle fonti puliti abbia registrato una crescita del 15% negli ultimi 10 anni, l’obiettivo del 30% per il 2030 appare ancora molto lontano e non facile da raggiungere.
Ad Abu Dhabi si sta tenendo la conferenza mondiale sul futuro dell’energia e ovviamente si parla di rinnovabili, ma nonostante l’energia acquisita da questo genere di fonti in un decennio sia aumentata di oltre il 15% i combustibili fossili continuano a costituire l’80% circa del consumo di energia a livello globale e nel complesso raggiungere il 30% di fornitura tramite rinnovabili per il 2030 non sembra affatto facile. Il segretario esecutivo della Convenzione sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, Christina Figueres ha dichiarato, senza mezzi termini, che “il passo verso l’energia a basso tenore di carbonio è iniziato ma non sta procedendo secondo i parametri che erano stati fissati”. Adnan Amin dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili ha dal canto suo ricordato come un gap del nove per cento sull’obiettivo del 2030 non può essere colmato con semplicità: occorre agire subito e con decisione.
Parole che fanno eco a quelle (accolte con favore da molti) del presidente della Francia Francois Hollande che pochi giorni fa ha dichiarato, invitando tutti a prepararsi seriamente all’epoca del “dopo-petrolio”:
Condividiamo le stesse preoccupazioni, ma dobbiamo condividere anche le stesse ambizioni. Non è più l’ora di sbandamenti o di constatazioni compiacenti, ma è l’ora di agire. E’ il momento di unirci, unire le nostre forze, le nostre risorse.
La conferenza di Abu Dhabi conferma che nonostante la crescita delle rinnovabili (sotto gli occhi di tutti anche in Italia) occorre fare di più e occorre farlo in fretta. Le prese di coscienza sembrano sempre più frequenti anche tra i grandi leader politici, concordi nel ritenere giunto il momento di agire. E noi non possiamo che augurarci che si arrivi, infine, ad agire davvero.
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