Una delle principali accuse rivolte alle rinnovabili è l’essere molto costose per uno Stato. Come stiamo vedendo da qualche anno a questa parte anche in Italia infatti, sono molti i finanziamenti pubblici dedicati a chi installa, sia in azienda che nella propria casa, un impianto ad energie rinnovabili. Ma come dimostra la storia del Costa Rica, non è detto che questo debba mandare in fallimento uno Stato.
Il piccolo Paese sudamericano, con appena 4 milioni di abitanti, è riuscito in un’impresa incredibile: coprire il fabbisogno energetico nazionale per il 99,2% con le rinnovabili, senza che questo pesasse sul PIL. Tra le notizie di degrado ambientale globale, il Paese ha messo in luce come certe politiche economiche ed una governance favorevole possono trasformare uno Stato, anche se piccolo, in relativamente sostenibile nell’arco di pochi decenni.
Il “trucco”, se così possiamo definirlo, proviene da lontano, ed è l’eliminazione dell’esercito avvenuta alla fine degli anni ’40. Il Costa Rica oggi infatti non spende soldi pubblici per costituire un esercito che, in fin dei conti, non servirebbe a nulla visto che si trova a metà tra il colosso degli Stati Uniti ed il Brasile. Dunque ha preso quei fondi e li ha investiti in politiche efficaci. Uno dei modi per investire quel denaro è stato piantare nuove foreste. In pochi anni il Costa Rica è passato dall’essere uno dei Paesi con più deforestazione a quello con il maggior tasso di riforestazione.
Per il resto, essendo un Paese tropicale, non poteva lasciarsi sfuggire tutto il sole a disposizione. Questa ed altre fonti rinnovabili hanno ottenuto finanziamenti e così oggi quasi l’intero Paese va ad energia rinnovabile. Certo, tutto questo non sarebbe possibile in Paesi più grandi come molti europei, per non dire Stati Uniti e Cina, perché è impossibile annullare le spese militari, ma almeno è una dimostrazione che quando si vuole raggiungere un obiettivo, è sempre possibile farlo. Oggi il Costa Rica è riconosciuto come il quinto Paese nello Yale’s Global Environmental Performance Index, in cui la Svizzera è prima e l’Italia è ottava su 132 nazioni.
[Fonte: fastcoexist]
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