Sole, acqua, vento, terra e biomasse. 5 semplici parole che vogliono dire energia pulita, ambiente più vivibile, meno spese e più salute per i cittadini, ed in molti casi anche posti di lavoro, che in questo periodo hanno il loro peso. Tutte parole che piacciono a tutti i cittadini del mondo, compresi quelli italiani, tranne che alla nostra classe dirigente, troppo occupata a far tornare l’Italia indietro di 30 anni con il nucleare piuttosto che pensare all’energia del futuro.
Oggi Legambiente presenta il rapporto “Rinnovabili 2009”, il quale dimostra la situazione dell’energia pulita in Italia. Una situazione migliore del previsto, anche se ancora non sufficiente se confrontata con quella di altri Paesi. La prima buona notizia è che, ad oggi, i comuni italiani che hanno installato almeno un impianto ad energia rinnovabile sono saliti a 5.991, un ottimo numero considerando che fino allo scorso anno essi erano poco più di tremila.
E così, anche senza incentivi statali, i Comuni italiani decidono di autotassarsi e costruire autonomamente degli impianti ad energia rinnovabile. La fonte più gettonata è senza dubbio il solare, con 5.580 comuni che l’hanno adottata. Un’enormità rispetto all’eolico (245), idroelettrico (698), biomassa (604), senza parlare del geotermico, a cui solo 73 comuni ha per ora aderito. La Regione più pulita, da questo punto di vista, è senza dubbio la Lombardia, con un picco dell’idroelettrico (4902 Mw di produzione, contro gli zero della Puglia che però eccelle nell’eolico) ed un ottimo utilizzo delle biomasse. Bene anche Piemonte, Veneto, Trentino Alto Adige e Sardegna, mentre tra i peggiori compaiono la Basilicata, la Liguria e le Marche.
Un’altra buona notizia è che anche in Europa l’Italia sta guadagnando terreno. Fanalino di coda negli anni passati, stiamo recuperando abbastanza in fretta su molti terreni come il termico (abbiamo la quarta produzione d’Europa) ed il fotovoltaico (terzo posto dietro Germania e Spagna). Mediocre invece il risultato dell’eolico, nella media europea.
Facendo una classifica invece dei comuni più rinnovabili, in base al numero di abitanti, vediamo che la medaglia d’oro per la produzione fotovoltaica va ad un piccolo comune triestino, Monrupino, che per i suoi 868 abitanti supera abbondantemente i mille kw procapite di produzione di energia fotovoltaica. Sul podio anche Magrè sulla strada del Vino (Bolzano) e Carano (Trento). Al contrario di quello che si poteva aspettare però, stavolta anche il Sud fa la sua parte. Al quarto posto troviamo un comune molisano, Castellino del Biserno, ed al quinto anche uno foggiano, Rocchetta Sant’Antonio, anche se in ogni caso al Nord rimane la maggior parte della produzione di energia pulita. Tra i comuni più grandi, i capoluoghi di provincia, quello più preoccupato della produzione di energia rinnovabile è a sorpresa Lecce (al 148esimo posto), seguito da Rieti (211) e Vibo Valentia (399).
Per quanto riguarda la produzione di energia idroelettrica, il comune migliore è Piateda, in provincia di Sondrio, mentre per quanto riguarda le biomasse al primo posto troviamo Laino Borgo, un piccolo comune del cosentino. Migliore nella geotermia è Pomarance (Pisa), nell’eolico è Troia (Foggia). e solo nella produzione del biogas troviamo qualche grande città come Roma e Torino ai primi due posti. Stiamo andando bene insomma, speriamo che adesso questa svolta verso il nucleare non rovini quanto di buono è stato fatto in quest’ultimo anno.
Fonte: [Legambiente]