Era il mese di gennaio quando si scoprì che la nave Eurocargo “Venezia” aveva perso alcuni bidoni contenenti sostanze tossiche nei pressi della Toscana. Dopo mesi di allarme ambientale e di possibile contaminazione delle acque, in una zona che da lì a qualche settimana avrebbe conosciuto un altro peggiore evento: quello della Costa Crociera, è stato varato un piano di recupero dei fusti. E’ la Società Atlantica di Navigazione che ha presentato alla Capitaneria di Porto un piano strategico che verrà attuato solo a metà maggio.
Il recupero dei bidoni dal fondo del mare avverrà attraverso l’impiego di una nave specializzata con una gru da 40 tonnellate ad alta potenza. I bidoni verranno inseriti in cassoni stagni per evitare possibili fuoriuscite del materiale altamente tossico durante le operazioni di recupero e verranno issati a bordo di una grande nave, pronti per essere smaltiti. Ogni cassone a chiusura ermetica avrà una capacità di circa 10 bidoni. Il materiale recuperato verrà poi smaltito da una ditta specializzata nel gestire e trattare rifiuti speciali e pericolosi. Le operazioni potranno avere luogo tra il 10 e 12 maggio e saranno necessari almeno 30 giorni lavorativi per recuperare, mettere in sicurezza e stoccare i bidoni. Il piano di recupero prevede inoltre un monitoraggio dei fondali, che inizierà a metà aprile, per la ricerca di eventuali bidoni con sonar multi beam, side scan sonar e magnetometri a protoni, parte delle strumentazioni tecniche adoperate anche durante le precedenti operazioni di riqualificazione ambientale compiute dalla nave scientifica Minerva Uno. Ricordiamo che i primi esami effettuatu sui fondali della Toscana hanno limitato l’area di intervento a circa 12 miglia per 1.3000 metri, ossia la rotta compiuta dalla nave Eurocargo “Venezia”, ma una seconda verifica durante la campagna di recupero dei bidoni potrà eliminare ogni possibile dubbio circa la rimanenza di bidoni con sostanze tossiche nei fondali.
[Fonte: Asca]
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