Rilegno, il consorzio nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno ha dichiarato di aver smaltito 1 milione e 796 mila tonnellate di rifiuti legnosi nel 2011. Di queste, 1 milione e 340 mila tonnellate sono state avviate al riciclo, cifra corrispondente al 58% della quantità immessa al consumo, e il resto destinato a differente utilizzo, tra cui la produzione di energia. Rilegno supera quindi di gran lunga, anche nel 2011, la soglia del 35% di recupero rifiuti legnosi da imballaggio prevista dal Testo Unico Ambientale 152/2006.
Oltre il 95% dei rifiuti raccolti da Rilegno sono stati avviati come di consueto al riciclaggio, finalizzato alla produzione di pannelli truciolari utilizzabili dall’industria del mobile per oggetti d’arredamento, rivestimenti e infissi. Una piccola parte della materia lignea riciclata è invece stata utilizzata per la produzione di pasta cellulosica per le cartiere e per la creazione di blocchi applicabili nella bioedilizia. Quantità contenute di scarti legnosi sono state inoltre indirizzate alla produzione di compost e al recupero energetico, ovvero bruciate per produrre direttamente energia o processate per divenire combustibile secondario utile negli impianti di incenerimento. Oltre ai processi di trasformazione e riciclo, il 10% degli imballaggi in legno immessi al consumo è stato riparato e quindi introdotto nuovamente nel mercato.
Il consorzio Rilegno è attivo da più di 10 anni ed è presente, con 389 piattaforme di raccolta, su tutto il territorio nazionale, coprendo nel 2011 (grazie al progressivo ampiamento della rete) 4774 comuni per un totale di oltre 42 milioni di cittadini, circa il 71% della popolazione italiana. Nonostante il miglioramento continuo della rete, al Sud restano però privi di servizio un gran numero di comuni, tanto che la copertura sorpassa di poco il 50% (contro l’87% di comuni serviti nel Nord e il 67% di comuni serviti nel Centro Italia). C’è tuttavia ottimismo per un’ulteriore ottimizzazione del sistema nell’immediato futuro.
Photo Credits | Maurizio Zanetti su Flickr