I rifiuti speciali sono per volume quattro volte superiori a quelli urbani. La loro produzione è in crescita ma l'Italia è tra i paesi più virtuosi nel riciclo.
Sono meno ‘appariscenti’ dei rifiuti solidi urbani e talvolta non è semplice neppure fornirne una definizione esaustiva. Eppure la produzione di rifiuti speciali è per volume diverse volte superiore a quella dei rifiuti urbani ed è al centro di una complessa macchina che ne gestisce la raccolta ed il riciclo. Anche in un anno di crisi economica come il 2014, la produzione di rifiuti speciali in Italia è aumentata generando anche un intenso scambio con l’estero. Al tempo stesso l’Italia si conferma tra i paesi virtuosi in Europa nella gestione di questa classe di rifiuti. A tracciare questo scenario è il Rapporto Rifiuti Speciali – Edizione 2016 redatto dall’ISPRA e presentato proprio in queste ore. I dati del documento analizzano produzione e gestione dei rifiuti speciali nel 2014.
Rifiuti speciali, 130 milioni di tonnellate nel 2014
Nel 2014 in Italia sono stati prodotti circa 130,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, un valore in crescita di circa 6 milioni di tonnellate rispetto ai dati dell’anno precedente. Anche se spesso poco percepiti nella quotidianità, la produzione di rifiuti speciali è oltre quattro volte superiore a quella dei rifiuti solidi urbani che sempre nel 2014 si è attestata attorno ai 30 milioni di tonnellate.
I rifiuti speciali non pericolosi rappresenta la gran parte dell’intera produzione annua con 121,7 milioni di tonnellate. Proprio in questa categoria si è concentrato l’incremento rispetto ai dati del 2013 (115,6 milioni di tonnellate). La produzione di rifiuti pericolosi è invece stata pari a 8,84 milioni di tonnellate, un dato non dissimile dai livelli dell’anno precedente (8,82 milioni di tonnellate).
Costruzioni e demolizioni rappresentano il settore con la maggiore produzione di rifiuti speciali tanto da aver generato nel 2014 il 39,7% del totale del settore. Seguono poi nell’ordine il trattamento dei rifiuti ed il risanamento ambientale (27,4%), il settore manifatturiero (20,5%), servizi, commercio e trasporti (5%), il settore dell’acqua e reti fognarie (3,5%), il comparto di energia, gas, vapore e aria (2,5%).
Se consideriamo i soli rifiuti non pericolosi (che comunque rappresentano oltre il 90% del totale), sono ancora costruzioni e demolizioni (42,3%) e trattamento dei rifiuti e risanamento ambientale (27,2%) i due settori che più incidono sulla produzione di rifiuti.
Considerando invece i rifiuti pericolosi, la maggiore aliquota di produzione arriva dalla attività manifatturiere (39%). Seguono quindi trattamento rifiuti e attività di risanamento (29,9%) e commercio e trasporti (20,7%). All’interno del dato relativo alle attività manifatturiere le produzioni più elevate riguardano la metallurgia, la chimica, la farmaceutica e la raffinazione del petrolio.
Come vengono gestiti i rifiuti speciali in Italia
Il rapporto ISPRA dedica una corposa sezione all’attività di gestione dei rifiuti speciali includendo in questa definizione il riciclo, lo smaltimento ed altre tipologie di trattamento. Sempre in riferimento al 2014 in Italia sono stati gestite 133,8 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Come si può notare il dato è maggiore della produzione nazionale (130,6 milioni di tonnellate) per effetto del saldo positivo tra importazioni ed esportazione con l’esterno (ci torneremo nel seguito). La quantità di rifiuti gestiti è aumentata del 3,3% rispetto al 2013.
Nel totale gestito i rifiuti non pericolosi rappresentano il 94% del totale (125,4 milioni di tonnellate) mentre i rifiuti speciali rappresentano circa il 6% del totale (8,3 milioni di tonnellate).
Il recupero di materia (riciclo) rappresenta la principale forma di gestione dei rifiuti speciali a cui viene destinato il 62,4% della raccolta. Alla produzione di energia viene invece destinato l’1,6% del raccolto. Significativa è anche l’aliquota della così detta ‘Messa in riserva’ (10,6%).
Il riciclo dei rifiuti speciali non pericolosi raggiunge in Italia ottimi risultati. In questo settore infatti il 73,2% del volume raccolto è destinato al recupero di materia mentre un altro 1,8% è destinato alla produzione di energia. Tra i rifiuti pericolosi invece più della metà del volume raccolto è destinato a trattamenti specifici.
Nel contesto europeo l’Italia appartiene alla fascia dei paesi più virtuosi quanto a riciclo dei rifiuti pericolosi. A fronte di una media dell’Unione a 28 che viaggia poco sopra il 45%, l‘aliquota di riciclo italiana si colloca sopra il 75% ed è tra le migliori in assoluto.
I numeri dei rifiuti speciali
Nella grande mole di dati inclusi nel Rapporto Rifiuti Speciali dell’ISPRA sono molte le cifre significative. Vediamo brevemente alcuni dei punti chiave dell’analisi:
- Nel 2014 circa 2,1 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono state destinate alla produzione di energia. Di queste il biogas (36,3%) è la risorsa più utilizzata seguito dalla carta (33,5%).
- Sono 85 gli inceneritori che hanno trattato rifiuti speciali; di questi più della metà (51) sono localizzati nel nord del paese. 1,4 milioni di tonnellate il volume di ‘speciali’ gestito tramite incenerimento.
- 392 sono invece le discariche che hanno accolto rifiuti speciali nel 2014, un dato in calo rispetto alle 404 del 2013. 11,4 milioni le tonnellate smaltite attraverso questo canale.
- Sempre nel 2014 l’Italia ha esportato 3,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali importandone però 6,2 milioni.
- La raccolta di pneumatici fuori uso (PFU) è stata di 426 mila tonnellate.
- Nel trattamento dei veicoli fuori uso si è raggiunta una percentuale dell’83% di riciclo rispetto al peso del veicolo. 950 mila tonnellate la quantità di rifiuti gestiti in questo settore.
Amianto, calano le demolizioni
Una sezione specifica del rapporto ISPRA riguarda i rifiuti speciali contenenti amianto. Nel 2014 la raccolta è stata di poco inferiore alle 340 mila tonnellate, in calo rispetto ai dati del 2013 (413 mila) ed al picco del 2012 (530 mila). Quasi il 93% del materiale raccolto arriva dal recupero di materiali da costruzione contenenti amianto.
I rifiuti contenenti amianto vengono smaltiti in discarica, all’interno di celle ad hoc, in 22 impianti nazionali.
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