Santa Maria la Fossa è un comune in provincia di Caserta con poco meno di tremila abitanti. Già Tito Livio la chiamava “Fossa Greca” e oggi è conosciuta anche come “Mazzoni”, Santa Maria la Fossa era famosa, in antico, per le coltivazioni di rose.
Oggi purtroppo quel “fossa” ha assunto un altro significato, stando a quanto scoperto recentemente: in un’area di oltre diecimila metri quadrati alle porte di Santa Maria la Fossa è stata rinvenuta una enorme distesa di inerti, onduline di eternit, pneumatici e anche sacchi il cui contenuto non è ancora ben certo.
I sacchi – circa cinquecento ne sono stati contati finora – sono del tipo BigBags e colmi di rifiuti siglati con la lettera R, che sta a indicare rifiuti speciali pericolosi. Tra gli altri ritrovamenti fatti dalle guardie ambientali del gruppo VAS GDN di Grazzanise (altro centro del casertano), figurano resti di canni fumarie e inerti vari che provengono da cantieri edili, onduline di eternit contenenti amianto, tubi, fogli di catrame bituminoso, cataste di pneumatici, rifiuti solidi urbani: insomma una vera e propria bomba ecologica.
Tutti questi rifiuti sono disseminati sul terreno, a cielo aperto, mentre in alcuni casi sono stati coperti con colate di cemento. Probabilmente si è andati avanti per diversi mesi a gettare rifiuti in questa zona che, a quanto comunicano le guardie ambientali, è quella della “ex Capis”.
Del ritrovamento è stata informata la locale amministrazione comunale come anche è stato inviato un esposto all’autorità giudiziaria. Si tenga presente, senza creare allarmismi, che la nel territorio interessato al ritrovamento sorgono la maggior parte degli allevamenti di bufale della zona: possibile che nessuno sapesse nulla?
Via | Corriere del Mezzogiorno
Foto | Google Maps
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