Rifiuti spaziali fuori controllo. E’ questo l’allarme, l’ennesimo a dire il vero, lanciato dal mondo della ricerca sui detriti che gravitano allo sbando nello spazio. Stavolta è il Consiglio Nazionale per la Ricerca americano a mettere in guardia la Nasa, l’agenzia spaziale americana, chiedendole di intervenire su quella che ormai è divenuta una situazione insostenibile. A rischio ci sono le missioni spaziali stesse, minate dai continui impatti dei rifiuti con le navicelle che potrebbero creare delle crepe ed inoltre, come avvertono gli stessi autori del report, altro non fanno che generare, ad ogni nuova collisione, altre particelle di detriti, in un circolo vizioso apparentemente senza fine. Si è toccato il punto di non ritorno, spiegano infatti i ricercatori americani. Ma quali sono stati, negli ultimi anni, gli incidenti che più hanno disseminato detriti nello spazio?
Nel 2007 migliaia di frammenti li ha generati un satellite meteo cinese, pensate un po’, sono andati in orbita qualcosa tipo 150 mila pezzi. Due anni fa una violenta collisione sempre tra due satelliti ha generato una mole di rifiuti altrettanto gigantesca. La spazzatura spaziale mette a rischio non solo le missioni ma anche le stazioni spaziali come l’ISS, tanto a che a luglio gli astronauti che vi lavoravano hanno dovuto migrare sulla navicella Soyuz per proteggersi da una pioggia di detriti che aveva tempestato la struttura. La Nasa attualmente tiene d’occhio 500mila frammenti in orbita intorno alla Terra.
Ma quali sono le possibili soluzioni al problema dei rifiuti spaziali? La commissione costituita per trovare una via d’uscita, la Defence Advanced Research Projects Agency (Darpa), ha suggerito di usare attrezzature magnetiche per agganciare i detriti e lanciarli verso orbite più alte oppure verso la Terra dove si disintegrerebbero a contatto con l’atmosfera. Una soluzione ancora tutta da testare, italianissima, è quella che prevede l’uso di uno speciale spray che gonfia il detrito, lo appesantisce e lo spinge a cadere. Per saperne di più su questo progetto consultate il sito dedicato redemptionteam.blogspot.com.
[Fonte: Agi]