I nodi ogni tanto vengono al pettine. Da poco per la questione dei rifiuti a Roma e nel Lazio sono scattati diversi arresti che hanno coinvolto alcune figure importanti tra cui anche quella di Manlio Cerroni detto “il Supremo”, proprietario di Malagrotta e re dei rifiuti della capitale.
Per i rifiuti a Roma e nel Lazio i carabinieri del Noe capitolino hanno compiuto sette arresti nelle ultime ore. Sono scattate misure per il re dei rifiuti della capitale, Manlio Cerroni, proprietario della tanto vituperata discarica di Malagrotta, ricchissimo imprenditore e detentore del monopolio nella gestione della spazzatura romana e non solo. Con lui anche l’ex governatore della Regione Lazio (si parla degli anni 80) Bruno Landi, anche presidente di FederLazio Ambiente. Ai domiciliari è finito inoltre il funzionario regionale Luca Fegatelli, che conta la bellezza di 10 incarichi contemporaneamente, stando alle notizie riportate da Il Fatto Quotidiano, e che stando alle indagini si è distinto per intraprendenza anche nelle illegalità capitoline correlate alla gestione dei rifiuti.
Indagato anche l’ex presidente della Regione Marrazzo, con l’accusa di falso in atto pubblico per l’aver acconsentito alla realizzazione del termovalorizzatore di Albano Laziale.
L’indagine per i rifiuti a Roma e nel Lazio sorge sull’accusa di associazione a delinquere che vede un “sodalizio criminale” tra Cerroni e vari esponenti politici e non solo in una piramide sulla cui cima si trovava Cerroni, poi subito sotto Landi, figura in grado di manipolare e influenzare l’attività di enti pubblici per quanto concerne la gestione dei rifiuti, in modo da mantenere il monopolio di Cerroni.
L’inchiesta di cui oggi vediamo i primi frutti è stata condotta dal colonnello Ultimo e dal capitano Pietro Rajola Pescarini. Il mondo sporco, ma sporco per davvero della gestione dei rifiuti della capitale comincia a essere esposto alla luce dei riflettori, e non è un bello spettacolo.
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