Vi ricordate l’incredibile vicenda accaduta qualche settimana fa quando la Norvegia fece un appello internazionale, gridando all’emergenza rifiuti? L’eccezionalità di quella storia fu che, mentre da noi molte città sono sotterrate dall’immondizia, lì ce n’era troppo poca. Ebbene, l’accordo Italia-Norvegia (ma anche Italia-Svezia o Danimarca) per risolvere un problema comune non si può fare. Il motivo? Siamo ancora troppo arretrati dal punto di vista dello smaltimento corretto.
Per far funzionare al meglio gli impianti di riscaldamento alimentati ad immondizia, i Paesi scandinavi hanno bisogno di immondizia “pulita”, ovvero balle di rifiuti ben differenziati in cui non ci sia il rischio di bruciare ad esempio la plastica che è molto inquinante ma al contempo si può riciclare. All’appello norvegese hanno risposto tantissimi Paesi che non sanno come smaltire la propria immondizia, ma a quanto pare sono stati favoriti prima di tutti i britannici, ma anche tedeschi ed altri europei che differenziano meglio la propria immondizia.
Dopotutto i numeri parlano chiaro: in Svezia l’immondizia differenziata rappresenta il 33% del totale. In questo modo appena l’1% dei rifiuti, circa 150 milioni di tonnellate all’anno, finiscono in discarica e da lì poi vengono inviati agli inceneritori. Lo stesso dicasi per la Norvegia dove il tasso di raccolta differenziata è del 25% e per la Danimarca dove è al 31%. E l’Italia? Noi siamo appena al 21%. La differenza però è che tutto il resto finisce in discarica (solo l’1% va in discarica in Svezia, contro oltre il 50% italiano). Ciò significa che l’immondizia che finisce in discarica è “impura”, ovvero contiene tantissimi materiali che si possono riciclare.
Siccome per far funzionare gli inceneritori dev’essere possibile per i macchinari dividere facilmente l’immondizia per selezionare solo quella migliore da bruciare, questa operazione non si può fare con quella italiana. Secondo la consulente dell’agenzia svedese per la protezione ambientale Catarina Ostlund, la volontà di prendere i rifiuti dall’Italia, Romania e Bulgaria, dove ce ne sono tanti e quindi costerebbero meno che acquistarli dalla Gran Bretagna, c’è. Ma per realizzare questo obiettivo comune c’è bisogno che gli italiani prendano coscienza del problema e portino il livello di differenziata molto più in alto. Raggiungere i livelli dei Paesi scandinavi è impossibile, ma anche la metà sarebbe un ottimo risultato.
[Fonte: il Fatto Quotidiano]
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