Informazione e rifiuti elettronici, un connubio vincente per promuovere un corretto smaltimento e la raccolta. Ne sa qualcosa Ecolight, il consorzio delle aziende che si occupa della gestione dei RAEE, che ha presentato nei giorni scorsi il suo primo rapporto sociale La nuova vita dei RAEE, un documento che secondo i gestori del consorzio stesso intende incrementare la sensibilizzazione ambientale sull’argomento, per aumentare la quantità di RAEE raccolta, oltre al traguardo già ammirevole del 30% di incremento raggiunto nell’ultimo anno.
Come ci spiega Walter Camarda, presidente di Ecolight:
Al termine di un 2010 che ha visto il consolidamento del sistema consortile di gestione dei Raee in Italia con il raggiungimento dei 4 kg di rifiuti elettronici raccolti per abitante, è necessario insistere sulla sensibilizzazione dei cittadini perché è solo con l’apporto di tutti che è possibile migliorare i risultati finora raggiunti.
Bisogna, prosegue Camarda, insistere
sulla necessità di continuare nella sensibilizzazione su questa tipologia di rifiuti. È però necessario che alla base siano poste regole chiare e condivise affinché tutti i soggetti interessati possano essere messi nelle condizioni di operare al meglio e nel rispetto dei medesimi obblighi. Occorre che gli obiettivi di recupero, riciclaggio e preparazione per il riutilizzo indicati dalla nuova norma comunitaria siano estesi a tutti gli attori che operano all’interno del sistema RAEE: è necessario evitare il rischio di distorsioni della competitività tra gli operatori legalmente obbligati a trattare i RAEE e gli altri soggetti.
Per il raggruppamento R4 Ecolight si conferma nel 2009 leader, trattasi nello specifico di quei piccoli elettrodomestici, cellulari, computer la cui raccolta è aumentata esponenzialmente ad una maggiore informazione sul corretto smaltimento e sul ritiro uno contro uno di questi apparecchi. Ci spiega Giancarlo Dezio, direttore generale del consorzio, che
Sono quegli oggetti che fanno parte della nostra realtà quotidiana e non sempre vengono percepiti come dei rifiuti speciali che devono seguire un preciso percorso di raccolta e recupero.
Peter 1 Marzo 2017 il 1:37 am
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