La scorsa settimana il Parlamento europeo ha proposto di riscrivere la direttiva RAEE. RAEE è l’acronimo di Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, ed è la direttiva che stabilisce i requisiti per la gestione del fine vita dei prodotti nel crescente settore elettronico. La riscrittura cerca di affrontare le ampie disparità manifestate nella direttiva in vigore, che prevede la raccolta di 4 kg di tali rifiuti a persona.
Attualmente, la Svezia è in cima alla classifica delle nazioni europee più riciclone con 16 kg pro capite di RAEE raccolte, mentre l’Italia raccoglie appena 1 kg a persona. Il tentativo della proposta è di redigere una direttiva che tenga conto di queste differenze, in modo da livellare le “prestazioni” in quanto a raccolta di rifiuti elettronici, e soprattutto fare in modo che gli italiani la soddisfino, a meno che non venga dimostrato che lo svedese medio acquisti davvero 16 volte più prodotti elettronici rispetto agli italiani (probabilmente è vero il contrario). Anche se così fosse, è giusto che gli obiettivi siano fissati in relazione al comportamento dei consumatori effettivi.
La RAEE è in vigore dall’inizio del 2003, ed ha portato alla raccolta del 65% delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato. Alla fine dei conti l’intenzione di dimostrare che questa raccolta funziona è fallita in quanto i dati evidenziano che più della metà dei rifiuti raccolti vengono trattati nella maniera non corretta o vengono esportati anche con metodi illegali.
La nuova direttiva non modifica l’obiettivo del riciclaggio, che si basa sulla quantità media di prodotti elettronici immessi sul mercato nei due anni precedenti all’anno di raccolta. Ma la novità sta nella definizione di obiettivi più aggressivi, tra il 50 ed il 75% come tasso di riciclo, a seconda della categoria. La proposta evidenzia sia i rischi per la salute del lasciare i prodotti RAEE in discarica, che la perdita di preziose materie prime, come ragioni per adottare gli obiettivi di riciclo più severi. La proposta inoltre permetterebbe di applicare un obiettivo per il riutilizzo del 5% dei rifiuti raccolti, diversamente da quanto stabilito oggi.
I punti da chiarire sono molti, perché è chiaro che un frigorifero non può essere trattato alla stessa stregua di un mouse, e siccome bisognerà mettere d’accordo troppe persone, probabilmente la discussione andrà avanti ancora per molti mesi. Si calcola che il Parlamento europeo potrà prendere una decisione soltanto verso la fine dell’anno.
[Fonte: Treehugger]
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