Le discariche comuni sono sempre state messe sotto accusa in quanto è stato dimostrato che provocano il cancro, ma una recente ricerca effettuata presso l’Università dello Zhejiang, in Cina, ha dimostrato come anche degli apparecchi apparentemente innocui come i rifiuti elettronici possano portare le stesse neoplasie degli altri tipi di immondizia.
Il riciclo dell’e-waste è sempre stato considerato importante per due motivi essenzialmente: il recupero delle materie prime, spesso preziosissime come il rame, e l’evitare che le sostanze chimiche contenute all’interno possano inquinare il terreno e le falde acquifere. Ma la ricerca condotta dal dott. Fangxing Yang ha dimostrato come una discarica a cielo aperto possa irritare le vie respiratorie, infiammarle, generare stress ossidativo, danneggiare il DNA e, infine, provocare il cancro.
La ricerca, pubblicata su Environmental Research Letters, afferma che gli effetti principali delle sostanze chimiche rilasciate nell’aria dai rifiuti elettronici accumulati a marcire in discarica compaiono sulle cellule dell’epitelio respiratorio umano. E queste sostanze provengono praticamente da ogni tipo di rifiuto elettronico: televisori, computer, stampanti o cellulari.
Nello studio di laboratorio, Yang e colleghi sono riusciti a dimostrare come i componenti solubili dell’e-waste aumentino i livelli di interleuchina-8 (dimostrazione dell’infiammazione), di specie reattive dell’ossigeno (danno cellulare) e di p53 (danni al DNA).
Sia l’infiammazione che lo stress ossidativo possono causare danni al Dna che possono indurre lo sviluppo di tumori. Non solo: sono anche associati ad altre patologie, come le malattie cardiovascolari.
Per questo, secondo lo stesso ricercatore,
Le discariche elettroniche all’aria aperta dovrebbero essere vietate, e chi ci lavora dovrebbe essere adeguatamente protetto.
Una soluzione potrebbe essere utilizzare dei materiali più ecologici nella produzione di prodotti elettronici. La ricerca è stata necessaria in quanto nella discarica dello Zhejiang sono occupate più di 60 mila persone che smantellano oltre due milioni di tonnellate di rifiuti elettronici all’anno, circa il 10% del totale mondiale, e qui evidentemente i lavoratori hanno cominciato ad ammalarsi, tanto da rendere necessaria un’indagine scientifica.
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assistant commissioner of police tirunelveli 4 Giugno 2016 il 11:08 am
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