Si lascia andare a dichiarazioni poco incoraggianti, il ministro dell’Ambiente italiano Stefania Prestigiacomo. In occasione di una riunione a Lussemburgo con i suoi colleghi europei, svoltasi l’undici giugno scorso, dichiara infatti che:
innalzare gli obiettivi di riduzione della CO2 dal 20% al 30% entro il 2020 è fattibile solo nel libro dei sogni.
Si erano invece espressi a favore i ministri dell’Ambiente di Francia e Germania. Il francese Jean-Louis Borloo, in particolare, aveva auspicato
un’accelerazione nello studio dettagliato sulle opzioni possibili per passare al più presto al 30%.
Dietro la proposta di innalzare al 30% gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2020 non solo la preoccupazione per l’ambiente e l’inquinamento, che mina la qualità della vita della popolazione europea, ma anche un ritorno economico. Stando ad un recente studio, commissionato proprio dalla Commissione europea, i costi per il passaggio dal 20 al 30% sono inferiori rispetto a due anni fa. La crisi economica, infatti, avrebbe avuto come effetto secondario proprio la diminuzione delle emissioni. Ecco perché questo sarebbe il momento propizio per fare il salto di qualità e puntare in alto. A conti fatti, ci sarebbero meno sacrifici anche per il mondo dell’industria. Se rinascita deve essere, che sia una rinascita che punti sulla green economy. E la pensa così anche il sottosegretario inglese Chris Huhne:
Noi pensiamo che portare i nostri sforzi di riduzione al 30% sia realizzabile. Potrebbe essere una buona cosa per noi e per le nostre economie.
Giovedì prossimo al vertice Ue la decisione: i leader dei 27 dovranno pronunciarsi contro o a favore. La posizione dei ministri dell’ambiente di Francia e Germania è condivisa dalla Spagna, dai paesi nordici e dalla Gran Bretagna. A condividere l’opinione della Prestigiacomo è invece l’Est Europa, con la Polonia ed altri nuovi stati membri. L’Italia voterà no alla riduzione delle emissioni del 30% entro il 2020: dopo lo scandalo sui bonus emissioni concessi gratuitamente dallo Stato italiano alle aziende più inquinanti del Paese, si tratta di un altro duro colpo allo sviluppo in chiave sostenibile dell’Italia. E alla nostra reputazione in Europa. Sognare un Paese pulito e industrie che optino per politiche sostenibili è lecito, ma ci pensa la Prestigiacomo a riportarci con i piedi per terra:
Bisogna vedere quanto all’interno di questo consiglio ambiente si ragiona in maniera legata alla realtà o si scrivono libri di sogni. Il mio è stato un richiamo alla realtà, che è opportuno e necessario: forse non è un linguaggio gradito, ma qualche volta serve che qualcuno faccia richiami alla realtà.
A volte serve anche qualcuno che cerchi di migliorarla la realtà o almeno faccia un tentativo. Ma questa è un’altra storia e non è italiana, a quanto pare.
[Fonte: Ansa]
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