La Germania è la nazione europea che ricicla più di tutte, con circa il 70% dei rifiuti recuperati e riutilizzati ogni anno. Numeri da capogiro che la fanno essere ai vertici delle classifiche mondiali. Per raggiungere tale successo, il sistema di gestione dei rifiuti a livello nazionale non è certo cosa da poco, ma i tedeschi lo fanno sembrare facile. Ma come fanno?
Il riciclaggio è molto importante in Germania. Le persone qui sono molto coscienziose
dice Günseli Aksoy, studentessa di 24 anni in ingegneria meccanica presso l’Università di Braunschweig of Technology. Infatti lì i cittadini non aspettano che il Governo faccia la sua parte ma, insieme all’industria, hanno avviato un processo di “creazione dei rifiuti-produzione del prodotto”.
Ci sono tre componenti semplici che i produttori devono prendere in considerazione: la riduzione dei rifiuti, recupero e smaltimento ecologicamente compatibile. Incorporando la riduzione dei rifiuti nell’industria, gran parte della loro gestione diventa “invisibile”. Imballaggio, processi di smaltimento degli oggetti e degli scarti sono tutti gestiti all’interno delle aziende stesse.
Tutto iniziò nel 1996, quando i legislatori tedeschi si preoccuparono per il numero crescente di discariche nel Paese, ed emanarono la legge sulla gestione dei rifiuti che richiedeva alle aziende di eliminare la loro produzione attraverso l’attuazione di una o più delle tre strategie sopra elencate.
La riduzione dei rifiuti è la prima priorità perché incoraggia le imprese a progettare i loro processi di produzione e confezionamento con l’eliminazione degli sprechi in mente. In secondo luogo, i rifiuti che non possono essere evitati, devono essere riciclati o convertiti in energia. Infine, i rifiuti che non possono essere recuperati devono essere smaltiti in un modo ecologicamente sicuro. Per fare in modo che questi principi siano seguiti, è stato istituito il sistema del “chi inquina paga”. In altre parole, coloro che creano i rifiuti sono responsabili del loro smaltimento. In questo modo i contribuenti non sono costretti a pagare per i rifiuti prodotti da altri.
La strategia dei tre punti non si applica solo ai rifiuti solidi ed al confezionamento, ma anche ai liquidi, residui gassosi, pericolosi, radioattivi e medici. Gli sforzi si sono rivelati un successo: secondo l’Ufficio federale di statistica, nel periodo tra il 1996 e il 2007, il Paese ha ridotto di oltre 37,7 milioni di tonnellate i suoi rifiuti.
Ma altre leggi esistevano già. Nel 1991, ad esempio, la Germania adottò un decreto sugli imballaggi che imponeva a tutti i produttori di raccogliere e riciclare o riutilizzare l’imballaggio dei loro prodotti dopo il consumo. Rendere le aziende responsabili dei loro stessi imballaggi ha fatto in modo che fossero utilizzati meno materiali, al fine di minimizzare i costi di riciclaggio e smaltimento.
Ma molto lo si deve anche al senso di responsabilità dei cittadini. I cassonetti della differenziata si trovano agli angoli delle strade, nei parchi pubblici, nei cortili dei condomini e in tutte le case unifamiliari. Questi cassonetti sono di solito colorati a seconda della loro funzione:
- Cassonetto giallo: imballaggi
- Blu: carta e cartone
- Bianco: vetro bianco o chiaro
- Marrone: vetro marrone
- Verde: vetro verde
- Cassonetti “Bio”: avanzi di cibo e scarti vegetali
Inoltre, di solito uno per quartiere, ci sono cassonetti per la raccolta di scarpe, abbigliamento e rottami metallici. Ci sono anche i bidoni neri per eventuali rifiuti che non rientrano in nessuna delle altre categorie. Legalmente, i tedeschi non sono obbligati a selezionare i rifiuti domestici, ma è chiaro che alla stragrande maggioranza di loro non dispiace farlo. Infatti, molti cittadini si sentono così moralmente obbligati a differenziare la spazzatura che spesso aiutano gli stranieri o chiunque altro a gettare i rifiuti in maniera corretta.
I rifiuti speciali, come vernici e altri prodotti chimici, possono essere inviati presso centri di riciclaggio locali, o a volte i negozi che li vendono espongono cassonetti all’ingresso in cui gettarli. Inoltre i tedeschi da anni hanno acquisito un’abitudine che da noi sta prendendo piede solo da qualche mese, e cioè quando escono per fare acquisti, si portano dietro delle buste riutilizzabili, così come possono portare bottiglie vuote per comprare liquidi dai rivenditori autorizzati. Il costo delle bottiglie è stato fissato in un prezzo elevato apposta per disincentivarne l’acquisto.
Ed infine un aspetto che in Italia non è molto chiaro: dopo che la spazzatura viene raccolta, che fine fa? La maggior parte dei rifiuti viene trasferita direttamente ad un impianto di selezione, in cui sono separate le parti riciclabili dalle parti non riciclabili. Dopodiché i materiali vengono portati agli impianti appropriati (lavorazione della carta, cartone, prodotti tessili, batterie, ecc). Tutto ciò che non può essere riciclato viene incenerito o sottoposto a trattamento meccanico-biologico, prima di essere messo in discarica. Nel 1970, la Germania contava circa 50.000 discariche, oggi ce ne sono meno di 200.
Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, nel 2006, in Germania finiva in discarica solo circa l’1% dei rifiuti non trattati del Paese. Ma si può fare meglio di così? Secondo il Governo tedesco sì, e l’obiettivo è che entro il 2020 la Germania possa trovare un modo per riutilizzare ogni rottame ed ogni pezzo inutilizzato. L’obiettivo di eliminare del tutto le discariche e raggiungere il 100% del riciclaggio sembra possibile.
[Fonte: Earth 911]
BrettZes 23 Gennaio 2017 il 7:57 am
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Billycem 30 Gennaio 2017 il 9:59 pm
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