A volte ritornano. Sono i nuovi (eco)mostri, nuovi mica tanto però. I terreni di Punta Perotti, a Bari, che ospitavano il famoso ecomostro abbattuto, a furor di popolo, il 2 aprile del 2006, torneranno infatti ai vecchi e a quanto pare legittimi proprietari che ne disporranno, vogliamo augurarci, diversamente da quanto fatto in precedenza. Lo ha disposto il GUP del tribunale di Bari, Antonio Lovecchio, revocando proprio oggi la confisca e ordinando la restituzione del lotto alle imprese costruttrici. Si tratta delle società Sud Fondi, Mabar e Iema, controllate dalle famiglie Andidero, Matarrese e Quistelli.
Riassumere l’intricata vicenda giudiziaria che ha portato alla demolizione dell’ecomostro di Punta Perotti e oggi a questa controversa sentenza, non è compito facile. L’AGI ripercorre le tappe principali dell’iter giudiziario, incluso l’intervento ad hoc di Berlusconi che il 15 dicembre 2004 ordinava la demolizione del complesso delle brutture. Nel 1985, scrive l’agenzia, l’articolo 19 della legge 47 spiegò che
“la sentenza definitiva del giudice penale che accerta la lottizzazione abusiva dispone la confisca dei terreni abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruite”.
Nel gennaio 2001 la Corte di Cassazione in applicazione della norma, ha accettato la lottizzazione dell’area di Punta Perotti e ha confiscato i terreni e gli immobili. La Corte di Cassazione ha, tuttavia, assolto i legali rappresentanti delle imprese lottizzanti, “per errore nell’interpretazione della legge”.
Interviene, su questa sentenza, la corte di Giustizia europea decretando che, vista l’assoluzione degli imputati, anche la confisca dei beni era fuori discussione. La trama si fa sempre più fitta perché
tra la sentenza del 2001, quella della corte di Giustizia e il provvedimento del Gup, si è inserita però la legge del governo Berlusconi, numero 308, articolo 32, del 15 dicembre 2004 la quale intimava al comune di Bari di procedere alla demolizione degli immobili “entro il termine di 60 giorni, invitando la regione Puglia ad esercitare, dove occorra, il potere sostitutivo. Accertata l’ulteriore inerzia del comune, nonché il mancato esercizio del potere sostitutivo da parte della regione, il direttore generale provvede agli interventi di demolizione avvalendosi in tal fine delle strutture tecniche del ministero della Difesa”.
La confisca dei beni, insomma, è avvenuta su una sentenza di assoluzione e non di condanna, da qui la complessità dell’intera saga giudiziaria di Punta Perotti. Fatta di corsi, ricorsi e, da oggi, ritorni.
Per il WWF, la restituzione dei terreni ai costruttori dell’ecomostro, rappresenta
una decisione paradossale. Bisogna porsi il problema del futuro di quell’area, che deve rimanere assolutamente inedificabile escludendo definitivamente ogni possibilità di ricostruzione.
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, dal canto suo, si dichiara orgoglioso della demolizione di Punta Perotti:
Lo rifarei cento volte
e propone come soluzione definitiva dell’intricata vicenda di
spostare questi valori e questi volumi edificabili in un’altra area. Una soluzione che sarebbe conveniente per tutti, dallo Stato che non
rischierebbe di pagare un pesante conguaglio, ai soggetti confiscati per i quali quell’area è ormai troppo chiacchierata per sperare di tornare ad edificarvi.
[Fonti: Agi; Ilsole24ore]
Giuseppe tarallo 16 Novembre 2010 il 10:52 am
leggendo quest’articolo mi sembra tutto inverosimile:
1)si può essere assolti se alla base c’è un titolo a costruire che dopo si rivela,all’esame,illegittimo,e x questo non si commette reato e si viene assolti in quando si è costruito ‘in buona fede’ in base a un titolo sia pure illegittimo;
2)se si è assolti viene meno il provvedimento di confisca a meno che non ci sia associazione mafioso-camorristica;
3)ma la legge antiabusivismo prevede che le aree di sedime interessate dall’abuso vengano acquisite dall’autorità competente al vincolo che vi insiste;
4)quindi dopo la demolizione l’area in questione, nella misura prevista dalla legge,andava trascritta a favore dell’ente o autorità competente;
5)sinceramente non vedo xchè il sindaco parla di compensazione e delocalizzazione dei volumi se ciò che è stato abbattuto era illegittimo ed abusivo;
6)l’amministrazione o chi di competenza provveda all’acquisizione e trascrizione dell’area come x legge
Paola Pagliaro 16 Novembre 2010 il 1:38 pm
eh lo so ma se il giudice ha deciso così, evidentemente i terreni andavano restituiti! Ora piuttosto bisogna vedere che ci costruiranno…