L’onda lunga, l’ennesima puntata shoc di Report in onda su RaiTre la domenica sera, ha suscitato il meritato scalpore: l’uso dei cellulari è dannoso o no per la nostra salute? I dati raccolti dalla giornalista Sabriba Giannini non lasciano in realtà dubbi sulla questione: le radiazioni emesse dai telefoni mobili sono dannose per l’uomo e per le forme di vita perchè aumentano la possiilità di ammalarsi di cancro.
Il cellulare, inventato da Martin Cooper nei primi anni ’80, fa la sua prima appparizione sui mercati internazionali nel 1983. Da allora sono oltre 5 miliardi le persone che ne possiedono uno, due o più a testa. Diventato uno status symbol per uomini d’affari e non solo in Italia ogni anno la vendita degli apparecchi cellulari crea un giro d’affari di oltre 45 miliardi di euro. Non stupisce dunque che le autorità sanitarie mondiali hanno da sempre sostenuto che il suo utilizzo non fosse dannoso per la salute. A queste conclusioni alcuni di noi erano arrivati da tempo, ma la puntata di Report ha portato delle prove concrete che lo dimostrano.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, istituita dall’ONU nel 1984, sostiene da diversi anni la ricerca sui rischi sanitari delle onde elettromagnetiche dei cellulari ma, il grosso dei finanziamenti per sostenere gli studi arriva proprio dall’industria della telefonia mobile. Da qui il passo a ipotizzare che ci siano pressioni e conflitti d’interesse tra finanziatori e ricercatori, è breve. Difatti ricerche indipendenti hanno dimostrato che il nesso tra uso del cellulare e cancro esite. Già nel 1993 Henry Lai dell’Università di Seattle aveva ottenuto dei risultati che contrastavano con quelli sponsorizzati dall’OMS
I ratti esposti per 2 ore alle onde del cellulare presentavano il DNA interrotto. Un effetto biologico che può essere all’origine del cancro. Ma Henry Lai non ottenne altri soldi per implementare le sue ricerche
e per di più,
Il direttore della strategia globale della Motorola, Norman Sandler, in una comunicazione inviata ai dirigenti, suggeriva i modi per sminuire i risultati di quella ricerca e concludeva: “Credo che sia la strategia di guerra giusta per la questione Lai”.
Altre prove arrivano dagli studi di Jerry Phillips dell’Università Veteran Administration del Colorado che aveva esposto DNA umano ai campi di frequenza del cellulare. Le industrie di telefonia mobile si tutelano scrivendo nelle istruzioni dei cellulari che gli apparecchi vanno posizionati ad almeno “1,5 cm di stanza dal corpo”. I recenti studi del professor Anders Ahlbom del Karoliska di Stoccolma e di Lennart Hardell, oncologo dell’Università di Orebro hanno confermato che
Le persone che usano il cellulare da un decennio, anche per un’ora al giorno, hanno il doppio di possibilità di sviluppare un tumore. Ma se si restringe il campo e si associa il tumore alla parte del cervello dove si tiene il telefono, il rischio aumenta di cinque volte.
[Fonte e foto: Report]