Cresce sempre più l’allarme effetto serra, proporzionalmente all’aumento dei livelli di gas serra nell’atmosfera. In particolare, gli ultimi anni hanno fatto registrare un preoccupante innalzamento dei tassi di un super potente gas a effetto serra.
Si tratta del trifluoruro di azoto (Nf3), che ha quadruplicato la sua presenza nell’atmosfera rispetto ai dati raccolti nel 1980, come mostra chiaramente anche il grafico sopra.
Tra i gas serra il biossido di carbonio è sinora quello che ha avuto il maggiore incremento negli scorsi decenni. Fortunatamente gas ancora più pericolosi come il protossido di azoto (N2O) e il metano (CH4) non hanno riportato aumenti altrettanto preoccupanti, anche se proprio il metano potrebbe far registrare presto dei picchi degni di nota relativamente alle nuove tendenze delle attività umane.
Sebbene il loro contributo al riscaldamento globale sia ritenuto abbastanza basso, gli scienziati sono rimasti costernati nell’apprendere che le loro stime per gli attuali e futuri livelli, una volta considerate abbastanza affidabili, si sono spesso rivelate inattendibili e riduttive dal momento che il livello di crescita che ci si aspettava è stato puntualmente disatteso da aumenti decisamente più elevati e di entità considerevole. Un esempio tra tutti è proprio quello del gas serra Nf3. Secondo quanto affermato da un recente studio condotto da un team di ricercatori dello Scripps Institution of Oceanography, i livelli di trifluoruro di azoto (Nf3), uno tra i più potenti gas serra (circa 17.000 volte più potente di una massa equivalente di biossido di carbonio), sono aumentati quattro volte in più di quanto ci si aspettasse.
Il fluoruro di azoto viene utilizzato in genere durante la fabbricazione di display LCD, microcircuiti e celle solari. L’Nf3 non è mai stato considerato determinante negli effetti dei cambiamenti climatici (ha solo lo 0,15% delle responsabilità nel surriscaldamento globale), tanto da non essere nemmeno contemplato nel protocollo di Kyoto.
Tuttavia i tassi di crescita registrati sono preoccupanti. Dal 1978 la crescità annuale è stata di ben l’11%, con tassi maggiori nell’emisfero del Nord (non a caso!). Secondo Ray Weiss, autore principale dello studio, sarebbe necessario inserire l’Nf3 nella lista dei gas serra incriminati dal protocollo di Kyoto, proprio in virtù di questi sconsiderati aumenti che potrebbero presto non renderlo poi così innocuo nell’incidenza sull’effetto serra.