Un milione di firme per dire no alla privatizzazione dell’acqua. Per la precisione oltre un milione e quattrocentomila cittadini italiani hanno firmato per ottenere un referendum nella primavera del 2011.
Il 19 luglio scorso la manifestazione del comitato promotore ha visto l’installazione di una diga di scatole in piazza Navona, a Roma. Gli organizzatori ed i partecipanti lottano per
contenere le conseguenze dell’applicazione del decreto Ronchi sulla privatizzazione delle risorse idriche
e chiedono al Governo
la moratoria degli affidamenti dei servizi idrici previsti dal decreto Ronchi almeno fino alla data di svolgimento del referendum
e alle amministrazioni locali di
non dare corso alle scadenze previste dallo stesso decreto.
Tre i quesiti previsti per il referendum:
- l’abrogazione dell’articolo 23bis per contrastare l’accelerazione sulle privatizzazione dell’acqua;
- la ripubblicizzazione dell’acqua che mette mano all’articolo 150 del decreto legislativo 152/2006;
- l’abrogazione di una parte dell’articolo 154 per evitare che si speculi su un bene comune come l’acqua.
Intanto nasce Acqualiberatutti, il comitato del no al referendum che avverte:
Se vincerà il fronte del sì, uno dei risultati inevitabili sarà che gli italiani dovranno pagare una nuova tassa per l’acqua, dal momento che per far fronte agli sprechi e ai necessari investimenti di ammodernamento degli acquedotti servono 60 miliardi di euro.
Che ne pensate?
[Fonte e Foto: Ansa Ambiente&Energia]
Annette 1 Marzo 2017 il 1:11 am
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