Nel dibattito sull’efficienza dei biocarburante si inserisce prepotentemente l’aeronautica la quale, dopo aver testato sui primi aerei miliardi di litri di biodiesel con risultati soddisfacenti, adesso li prova anche su qualcosa di ancora più delicato: i razzi. Risultato? Ovviamente ottimo.
In un test di lancio effettuato all’inizio di questo mese in California, la Flometrics, l’azienda che ha voluto sperimentare l’idea, ha annunciato che il biocarburante prodotto commercialmente possiede quasi la stessa quantità di spinta del combustibile convenzionale usato nel lancio dei razzi. Dopotutto se funzionava perfettamente sugli aerei, quella sui rockets poteva essere soltanto la prova del nove, superata alla grande.
Il problema, secondo Steve Harrington, proprietario della Flometrics, è che gli scienziati del campo aeronautico molto spesso sono anti-ambientalisti. Non si rendono conto però che, prima di tutto l’oscillazione del prezzo del petrolio è tragica per l’industria spaziale, in quanto i costi sono sempre esorbitanti ed imprevedibili, ma soprattutto, avendo tantissimo bisogno di questo carburante, dove lo prenderanno quando sarà finito? Per questo bisognerebbe guardare con un pò più di attenzione a questo genere di esperimenti, e riconoscerne l’utilità quando hanno successo.
Passando ai dati tecnici, i ricercatori americani hanno potuto confrontare le due prestazioni. Grazie a questo lancio hanno potuto appurare che il biocarburante produceva soltanto il 2,4% della spinta in meno rispetto al cherosene. La risposta di questa lieve inefficienza è dovuta probabilmente al fatto che questo genere di combustibile contiene maggior quantità di ossigeno rispetto a quello classico. Se il problema fosse questo, secondo gli scienziati basterebbe diminuire la quantità di ossigeno nel biocarburante per avere quella piccola percentuale di spinta in più che equiparrebbe le due prestazioni.
Il vantaggio della diminuzione delle emissioni però non sembra giocare a favore del biocarburante. Secondo gli esperti infatti questo combustibile rilascia nell’aria anidride carbonica e vapore acqueo nella stessa quantità del cherosene, rendendo praticamente identico l’impatto ambientale. Il vantaggio semmai sta nel fatto che il biocarburante, essendo più denso, immagazzinato nella stessa quantità dura molto di più, portando ad un conseguente risparmio all’agenzia che lo utilizzerebbe.