E’ stato pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente e del Territorio il Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale, che affronta il legame tra lo stato dell’ecosistema, il benessere sociale e le prospettive economiche. Frutto del lavoro del Comitato per il Capitale Naturale, a cui hanno partecipato nove ministeri, cinque istituzioni di ricerca pubbliche , esperti scientifici di vario tipo oltre a Regioni e Comuni, il rapporto contiene informazioni rilevabili su temi come lo stato di conservazione dell’acqua, suolo, aria, biodiversità, ecosistemi, all’interno di quelle che sono state individuate come le 5 Ecoregioni terrestri (Alpina, Padana, Appenninica, Mediterranea Tirrenica e Mediterranea Adriatica) e 5 Ecoregioni marine del Mediterraneo (Mare Adriatico, Mare Ionio e Mediterraneo Occidentale).
Dal rapporto emerge che l’Italia e’ uno dei paesi più ricchi al mondo di biodiversità e conta 6.700 specie di flora vascolare e oltre 58.000 faunistiche, ma purtroppo fattori di pressione antropica come i cambiamenti climatici, l’inquinamento, l’abusivismo edilizio, lo spreco d’acqua causano rischiano di causare danno alla biodiversità, al suolo e al paesaggio.
> AMBIENTE, UNA LISTA DEGLI ECOSISTEMI RIVELA QUALI SONO A RISCHIO
Ecco come ha commentato il Rapporto il ministro Gian Luca Galletti:
Questo Rapporto non è solo il risultato di un grande impegno scientifico per ‘misurare’ il nostro Capitale più prezioso, ma è anche un grande salto di qualità culturale che viene chiesto al Paese: associare all’ambiente italiano non solo la parola ‘conservazione’ ma anche l’idea che un vero sviluppo si può determinare solo con una corretta gestione delle nostre risorse naturali. L’introduzione degli indicatori del Benessere Equo e Sostenibile (BES) nell’ultimo Documento di Economia e Finanza rafforzano ancora di più la visione di un Paese che sa di poter crescere puntando sul suo patrimonio unico di biodiversità, risorse naturali ed ecosistemi.
> PERMACULTURA, CREARE ECOSISTEMI EQUILIBRATI
Diciannove ecosistemi sono considerati ad alto stato di conservazione, diciotto a medio e trentasei a basso stato: tra questi ultimi, che riguardano il 14% della superficie nazionale, gli ecosistemi a struttura forestale della Pianura Padana, quelli delle fasce costiere e sub costiere, gli ecosistemi legati agli ambienti d’acqua dolce e quelli forestali in territorio di pianura e collinare. Inoltre il Comitato individua una serie di obiettivi da perseguire nel breve e medio periodo per rafforzare il sistema delle aree protette di terra e mare, attuare le disposizioni riguardanti i cosiddetti “appalti verdi”, valutando anche i costi per la collettività che derivano dal consumo di risorse naturali e dall’inquinamento.