E’ stato pubblicato il VII Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sulla situazione del nostro Paese e dei 48 maggiori centri urbani d’Italia. Il progetto di monitoraggio ha visto il coinvolgimento dell’intero sistema delle Agenzie Ambientali: ARPA (Agenzia ambientale della Regione), APPA (Agenzia Provinciale per la protezione dell’ambiente della Provincia Autonoma di Trento), e la condivisione di ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), ACI (Automobile Club d’Italia) e ISTAT (Istituto nazionale di statistica).
I dati emersi non sono tra i più rassicuranti in fatto di inquinamento, rifiuti e qualità della vita, ma sono un punto di partenza per la pianificazione, la programmazione e la gestione dell’ambiente e del territorio urbano.
Vediamo in dettaglio i risultati del VII Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano:
- Acqua. E’ diminuito il consumo di acqua pro capite nel nostro Paese, dal 2000 al 2009 si è risparmiato l’11,4% dell’acqua potabile, ma la situazione del sistema idrico nazionale rimane molto precaria e in alcuni comuni lo spreco di acqua raggiunge il 45% del totale. Le perdite rilevate a livello nazionale dal 2005 al 2008 sono diminuite dal 31 al 29%, con picchi fino al 45%, ma la percentuale rimane comunque elevata. Alta è anche la percentuale di acque reflue depurate che nella maggior parte delle città tocca il 90% del totale, ma in 7 città la percentuale è più bassa del 70%. Tra le città più virtuose per il consumo di acqua si segnala Prato, i cui abitanti consumano in media circa 46 m3, seguita da Sassari con 46,8 m3 pro capite e Foggia con 48,1 m3.
- Inquinamento. Leggero calo delle emissioni inquinanti in città, anche se si registrano cambiamenti delle condizioni meteo con meno piogge e più caldo nelle aree a maggior concentrazione. Diminuiscono le emissioni di PM10 e di ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo, ammoniaca e benzene. Tuttavia nell’area padana i livelli di particolato atmosferico sono stati superati quasi ovunque; anche in altre regioni d’Italia dove l’inquinamento è minore, i livelli di PM10, PM2.5 e NO2 hanno superato i livelli minimi consentiti. La città che invece ha visto diminuire sensibilmente le precipitazioni, conseguenza dei mutamenti climatici, è stata Bergamo, mentre le temperature sono aumentate in tutte le città di 0,5° C, con picchi a Vicenza, Padova e Cagliari dove l’aumento medio è stato di 1° C rispetto al periodo 1971-2000.
- Rifiuti. Aumenta sensibilmente la produzione di rifiuti nelle grandi città con oltre 79 kg per abitante ogni anno. La città più inquinante sotto questo punto di vista è Campobasso, dove la produzione di rifiuti è aumentata del 7,3%, seguita da Modena (+ 7%), Napoli e Forlì (+ 6,2%). Virtuose le città di Potenza, dove la produzione pro capite di rifiuti è diminuita del 19%, Terni (-11,4%) e Catania (-10,4%). Dati incoraggianti per la raccolta differenziata.
- Mobilità. Nonostante la quantità di veicoli in circolazione nel nostro Paese si registra una leggera diminuzione di automobili e un maggior utilizzo dei mezzi pubblici, nel Nord, tra le città si segnalano Roma con un calo di vetture che raggiunge il -5,2%, Venezia -3,5% e Milano -2,9% . Al Sud aumenta invece la quantità di veicoli in circolazione.
- Sfruttamento del suolo e verde pubblico. Le città d’Italia ogni giorno mangiano 100 ettari di verde per costruire strade, case, palazzi. Dal 1999 al 2006 si è costruito ogni anno per un’estensione uguale a 3 volte la superficie di Napoli a discapito del verde pubblico che quasi ovunque non supera il 5% del territorio, solo in 8 città va oltre il 20%. Tra le città virtuose vi è Palermo che vanta il 31,9% di verde pubblico, seguita da Ravenna (29,9%), da Ancona (28,1%) e Roma (27,5%).
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