Crescere è un verbo poco usato in Italia, quasi quanto investire. In compenso sappiamo bene come arretrare, siamo geni nel fare sempre peggio. E poco importa se obbediamo solo a logiche di un illusorio e temporaneo profitto, se l’ambiente è sempre più abbandonato a sè stesso, è sufficiente che l’economia giri, quella soltanto è rinnovabile.
Noi siamo quelli che pensano al nucleare, agli acquisti malgrado la crisi, all’ottimismo ad ogni costo, realizziamo l’irrealizzabile, non sentiamo affatto la recessione incombente.
E come una mamma perdona gli errori reiterari dei suoi figli, prima o poi, passata l’ora del tg, l’Italia dimentica tutti i posti di demerito che occupa nelle classifiche europee e mondiali, un po’ in tanti campi, e ritorna a sorridere indulgente verso sè stessa, vittima di un giustificazionismo che fa venire la nausea a chi ha ancora un po’ di cervello e lo usa per pensare, altro verbo caduto in disuso, nell’era del voglio tutto e subito.
Ebbene, la notizia da dimenticare in fretta questa volta riguarda la nostra ulteriore retrocessione nella lotta ai gas serra.
Secondo il rapporto internazionale del German Watch, il Climate Change Performance Index, abbiamo infatti perso altre tre posizioni, passando dal 41° al 44° posto nella lista dei Paesi più industrializzati, quelli che hanno maggiori emissioni e dovrebbero dunque impegnarsi per decurtarle al più presto.
Stando così le cose, l’Italia si permette pure di porre veti, di chiedere proroghe, di mettere i bastoni tra le ruote all’UE, chiedendo altro tempo. Per fare cosa? Per riportarsi nei ranghi? A quanto pare il trascorrere degli anni può fare solo peggiorare e diminuire il nostro impegno contro i cambiamenti climatici, può far solo morire una coscienza ecologica, ammesso che qui sia mai nata.
Siamo quasi allo stesso livello in classifica della Cina, siamo vicini a Stati Uniti, Canada e Arabia Saudita nelle politiche basate sul non intervento.
Nonostante non brilliamo certo nelle iniziative, nei progetti di risparmio energetico, nel taglio delle emissioni di gas serra, possiamo però vantare la solita giustificazione: c’è la crisi economica, la gente non ha i soldi per curare l’asma, i tumori da inquinamento, le cure contro l’infertilità causata da smog, cosa volete che ce ne importi di ridurre le emissioni? Siamo italiani, siamo abituati a stare in fondo alle classifiche, però giochiamo bene a pallone…
Ermange 11 Dicembre 2008 il 9:50 am
Tra l’altro non siamo nelle ultime posizioni (anche se non ci andiamo poi tanto lontani: 44esimi su 57 stati) perchè negli ultimi anni abbiamo istituito il conto energia e la riduzione d’imposta del 55%…ma se anche queste poche iniziative pro ambiente verranno eliminate il 44esimo post lo lasceremo presto!!
Paola Pagliaro 11 Dicembre 2008 il 11:17 am
Certo, le uniche cose buone che avevamo fatto per l’ambiente, sono anche le misure prese di mira dall’attuale governo!!! Incredibile!