RAEE, rifiuti elettrici ed elettronici: a che punto è la raccolta e quali i risultati ad un anno dall’entrata in vigore dell’uno contro uno che tanto ha fatto parlare di sé e spesso per la disorganizzazione più che per il servizio offerto? A tracciare un primo bilancio, evidenziando progressi ma anche attuali punti critici da migliorare, ci pensa il consorzio Ecolight, attivo dal 2004 e che conta oltre 1200 aziende nel circuito dei sistemi collettivi di gestione dei RAEE. In un anno sono state raccolte nei 3mila negozi che copre il consorzio ben 10 mila tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Come ci spiega il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio:
Dopo una partenza difficoltosa, il sistema è andato lentamente a regime.
Ma cosa manca ancora per potenziare il sistema di raccolta e renderlo più funzionale?
Sforzi ulteriori devono essere fatti sul fronte della comunicazione e dell’informazione nei confronti dei consumatori perché manca all’appello la piccola elettronica di consumo, ovvero il raggruppamento R4, che dovrebbe essere quello maggiormente interessato da questa normativa.
Il consorzio lamenta che le isole ecologiche non ritirano i RAEE raccolti nei negozi, ben il 46% dei centri di raccolta non lo fa stando all’ultimo rapporto diffuso in merito da Ancitel Energia e Ambiente. Il 26% li accetta ma in quantitativi limitati. Appena il 3% li accoglie senza fare storie su competenze territoriali, quantità e mole. Tutto questo si traduce, ovviamente e sfortunatamente, in costi di smaltimento aggiuntivi
anche perché, sottolinea Dezio, le tonnellate raggiunte solo in pochi casi hanno consentito l’accesso al sistema alternativo di raccolta avviato dal Centro di coordinamento dei consorzi Raee, sistema che consente di ridistribuire i costi su tutti i consorzi dei produttori.
Per risolvere le criticità dell’attuale normativa bisogna, conclude Dezio,
aprire le isole ecologiche ai conferimenti della distribuzione e portare il periodo massimo di stoccaggio da 30 giorni a tre mesi, in modo da poter raggiungere i quantitativi necessari per ridurre gli attuali ingenti costi di stoccaggio e di trasporto.