Da anni tutti gli addetti ai lavori sostengono che per far decollare la raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE) il metodo più corretto sarebbe l’uno contro uno. Per chi non ne ha mai sentito parlare si tratta del ritiro (gratuito) da parte del negoziante di un prodotto elettronico vecchio in cambio dell’acquisto di uno nuovo. Ma nonostante sia un metodo riconosciuto come funzionante, in Italia non era mai andato molto bene per i troppi vincoli. Un emendamento presentato ieri alla Camera dei Deputati potrebbe però cambiare la storia.
In pratica questa modifica dell’attuale legge renderebbe più semplice l’intero processo di raccolta del RAEE. Esso si articola in tre passaggi principali: l’aumento dello stoccaggio del RAEE da parte dei negozianti (prima si poteva raggiungere un massimo di 3,5 tonnellate prima di essere costretti a svuotare le riserve, oggi questo limite è previsto per ogni singola categoria e non più per tutte nel loro complesso); l’incremento del tempo massimo di stoccaggio, sempre da parte del negoziante (da 1 a 3 mesi); tutti i centri di raccolta potranno accogliere i RAEE dei commercianti e non soltanto alcuni fissati da regole rigide.
In questo modo l’attività di chi ritira i prodotti è facilitata fortemente, e si aiuta anche chi è preposto al trasporto che effettivamente riempirà il camion, anziché farlo circolare mezzo vuoto. Ad ogni modo l’Italia, nonostante la legge fosse molto limitante fino ad oggi, si è sempre comportata bene da questo punto di vista. Lo scorso anno ha infatti raggiunto il limite imposto dall’Unione Europea del ritiro del RAEE fissato ad una media di 4 chili per abitante, anche se i tassi dell’uno contro uno sono ben al di sotto di altri Paesi, come Francia e Germania, i cui livelli sono quasi doppi rispetto all’Italia. Il motivo non è solo da ricercare nella maggiore volontà da parte dei cittadini, ma anche perché le leggi sono più semplici. Vedremo come cambierà questo tipo di raccolta se l’emendamento verrà approvato in Parlamento.
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